La sposa normanna – Carla Maria Russo

La sposa normanna – Carla Maria Russo – Neri Pozza

La sposa normanna. Palermo, 1185. Costanza d’Altavilla ha preso i voti ormai da molti anni e si è ritirata dal mondo. Quando viene chiamata al cospetto del re di Sicilia, non può immaginare che cosa lui le chiederà. Costanza è l’unica principessa di sangue reale ancora in vita e dovrà sposare Enrico di Svevia, il figlio di Federico Barbarossa, sancendo così un accordo tra il regno e l’Impero: il futuro erede avrà il controllo su un territorio vastissimo. Costanza non ha mai desiderato i fasti e gli agi della corte, ma da quando è nata sa che esiste un prezzo da pagare per il sangue reale che le scorre nelle vene. E così si sottomette, rinunciando a sé stessa per il bene del popolo normanno. Il matrimonio con Enrico si rivela fin da subito infelice, lui è rozzo, arrogante, feroce. Ma quando Costanza, dopo lunghi anni di attesa e di crudeltà, riesce finalmente a dare alla luce l’erede tanto desiderato, la sua vita si vota a lui e alla sua sopravvivenza. Federico, infatti, fin dalla nascita deve combattere contro potenti nemici dai quali, dopo la morte di Costanza, nessuno può più proteggerlo. Ma il “piccolo re”, forte dell’affetto del popolo di Palermo e dell’indomito coraggio ereditato dagli avi normanni, riuscirà a salire ancora adolescente sul trono che fu degli Altavilla, realizzando il sogno di sua madre e guidando il regno di Sicilia verso uno splendore mai più ripetuto nel corso della Storia. (altro…)

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La levatrice di Nagyrév – Sabrina Zuccato

La levatrice di Nagyrèv – Sabrina Zuccato – Marsilio

La levatrice di Nagyrév. Zsigmond Danielovitz, incaricato di indagare sul cadavere di un’anziana contadina, è un uomo indebolito dalla guerra, ma vigile. E così ci mette poco a scorgere, dietro gli occhi degli abitanti di Nagyrév, qualcosa di sinistro. Nagyrév è un piccolo villaggio sperduto nella pianura ungherese, l’anno è il 1929 e il benessere, in quella ristretta comunità rurale, non arriva. Zsigmond Danielovitz si rende presto conto che la morte della donna sulle sponde del fiume Tibisco non è che l’anello di una lunga catena di scomparse e incidenti che da tempo coinvolgono il piccolo villaggio. “La levatrice di Nagyrév” racconta un fatto di cronaca realmente avvenuto tra le due guerre mondiali, un episodio che sconvolse l’Europa non solo per l’efferatezza dei crimini, ma anche per un inedito capovolgimento dei ruoli: le donne uccidono gli uomini, si vendicano. Superstizione, violenze, miseria e soprusi sono i protagonisti delle vite che si incrociano in questo affresco rurale, dove a fare le spese di appetiti e frustrazioni sono sempre le donne. Le regole patriarcali della comunità magiara e le meschinità dell’animo umano creano situazioni insostenibili e sofferenze ingiustificabili per mogli e figlie, anziane e ragazze. Personaggio chiave, intorno al quale girano le storie di Nagyrév, è la misteriosa Zsuzsanna, levatrice dal passato fumoso, spesso etichettata come «strega» dai suoi concittadini, temuta e, ogni tanto, rispettata, una figura carismatica, rarissimo esempio di donna emancipata, cui molte «sorelle» chiedono aiuto per risolvere i guai che hanno dentro casa: gravate da inganni, stupri e sottomissioni, le vittime hanno deciso di alzare la testa. (altro…)

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Ogni giorno è un buon giorno – Morishita Noriko

Ogni giorno è un buon giorno – Morishita Noriko – Einaudi

Ogni giorno è un buon giorno. «Ci sono cose che puoi provarci quanto e come vuoi ma non le capisci finché non arriva il momento giusto. Però quando poi un giorno le capisci, dopo non puoi far finta di niente». Prenditi il tuo tempo. Vivi il momento presente e non farti travolgere dalle distrazioni. Guarda il mondo intorno a te come se fosse la prima volta. Ascolta la natura, asseconda le stagioni. Obiettivi a cui tutti aspiriamo, certo, ma che non sappiamo mai come raggiungere. Non lo sapeva nemmeno Morishita Noriko quando, ventenne, cominciò a frequentare le lezioni della signora Takeda per eseguire la cerimonia del tè. Né sapeva che quelle prime lezioni erano l’inizio di un lungo cammino che sarebbe durato tutta la vita. Ogni giorno è un buon giorno è il racconto di una tradizione (altro…)

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Prospettive – Laurent Binet

Prospettive – Laurent Binet – La nave di Teseo

Prospettive. Firenze, 1557. Pontormo sta lavorando da undici anni al suo capolavoro, gli affreschi del coro della basilica di San Lorenzo. Quando il pittore viene trovato assassinato proprio ai piedi del coro, il duca di Firenze Cosimo de’ Medici incarica delle indagini il suo fiduciario, Giorgio Vasari, a sua volta celebrato artista e architetto. A lui il compito di mettere in fila una catena di misteri che scuote la corte di Cosimo: un pittore morto ammazzato, un quadro audace che sfida l’autorità del duca, un assassino che sembra svanito nel nulla. Vasari, alla ricerca di un aiuto, si rivolge al vecchio Michelangelo, ormai esule a Roma, ma la situazione a Firenze richiede discrezione, lealtà, sensibilità artistica e astuzia politica. L’Europa, d’altronde, è una polveriera pronta a esplodere: con l’Italia contesa tra Francia e Spagna, il duca di Firenze deve affrontare le mire della regina di Francia, sua cugina Caterina, alleata con un suo vecchio nemico, il repubblicano Piero Strozzi. E mentre nei conventi della città si nascondono nostalgici di Savonarola, a Roma il papa ha condannato come immorali le nudità che Michelangelo ha dipinto nella Cappella Sistina. Laurent Binet trascina il lettore negli intrighi della Firenze dei Medici, tra potenti senza scrupoli che tramano nell’ombra e i segreti dei più grandi artisti del Rinascimento. In una città che è il centro del mondo, dove non ci si può fidare di nessuno, Giorgio Vasari deve risolvere un omicidio che può cambiare la storia: tutti giocano le proprie carte, tutti sono sospettati (altro…)

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Il matrimonio – Jason Rekulak

 Il matrimonio – Jason Rekulak – Giunti

Il matrimonio. Un matrimonio perfetto con l’uomo perfetto, questo è tutto ciò che Maggie ha sempre desiderato. E ora che sta per sposare Aidan Gardner la realtà sembra superare ogni aspettativa. Il futuro marito, infatti, non è solo un artista molto dotato ma anche il rampollo di una delle più grandi aziende degli Stati Uniti. Affinché il quadro sia completo manca solo Frank, suo padre. Sono passati tre anni dall’ultima volta che si sono visti ed è finalmente arrivato il momento di riconciliarsi. Lui, dal canto suo, è deciso a non ripetere gli errori del passato ed è pronto a fare qualsiasi cosa per tornare a far parte della vita di Maggie. Una vita fatta di lusso estremo ma anche di lavoro h24… E non importa se a pagare le spese della cerimonia saranno i Gardner, o se Aidan è scostante con il suocero e nasconde dei segreti: Frank non può rovinare tutto. Non questa volta. Eppure qualcuno sta cercando di incriminare lo sposo per la scomparsa di una ragazza. Forse Maggie sta per compiere un irreparabile errore? Nel corso di un fine settimana epocale, padre e figlia saranno costretti a fare i conti con le loro differenze e ad ammettere verità inconfessabili, anche a costo… della loro vita. (altro…)

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Domani domani – Francesca Giannone

Domani, domani – Francesca Giannone – Nord

Domani, domani. Salento, 1959. Lorenzo e Agnese hanno perso tutto. E lo capiscono quando, con gli occhi tristi che si porta dietro da una vita, il padre annuncia di aver venduto il saponificio di famiglia, un’eredità che lui ha vissuto come una condanna. Per Lorenzo e Agnese, invece, quella fabbrica che il nonno ha creato dal nulla, che profuma di talco, di essenze floreali e di oli vegetali, e che occupa ogni loro pensiero, era la certezza di un presente sereno e la promessa di un futuro da tracciare insieme, uniti. Quindi l’idea di rimanere lì come semplici operai sotto un nuovo, arrogante padrone è devastante per entrambi. Lorenzo, orgoglioso e impulsivo, se ne va sbattendo la porta, col cuore colmo di rabbia e con un solo obiettivo: trovare i soldi necessari per riprendersi quello che è suo. Ma Agnese non lo segue: tanto risoluta se si tratta di formulare saponi quanto insicura quando le tocca abitare il mondo al di fuori del saponificio, dichiara: «Io resto dov’è casa mia». È una crepa profonda, apparentemente insanabile, quella che si apre tra fratello e sorella e li spingerà su strade opposte e imprevedibili. Perché vogliono la stessa cosa, Lorenzo e Agnese, almeno finché l’amore non li porterà di nuovo a un bivio. Ognuno dei due farà una scelta, tracciando un altro domani… Sarà per entrambi un domani senza rimpianti? (altro…)

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La vegetariana – Han Kang

La vegetariana – Han Kang – Adelphi

La vegetariana. «È tutt’altro che un’opera ascetica: è un romanzo pieno di sesso ai limiti del consenziente, di atti di alimentazione forzata e purificazione – in altri termini di violenza sessuale e disordini alimentari, mai chiamati per nome nell’universo di Han Kang … Il racconto di Han Kang non è un monito per l’onnivoro, e quello di Yeong-hye verso il vegetarianesimo non è un viaggio felice. Astenersi dal mangiare esseri viventi non conduce all’illuminazione. Via via che Yeong-hye si spegne, l’autrice, come una vera divinità, ci lascia a interrogarci su cosa sia meglio, che la protagonista viva o muoia. E da questa domanda ne nasce un’altra, la domanda ultima che non vogliamo davvero affrontare: “Perché, è così terribile morire?”». («The New York Times») (altro…)

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Passeggiando per una casa editrice…

di Veronica Fioranzato

Mentre sfogliamo la nostra rivista preferita, passiamo in rassegna gli articoli che troviamo nel quotidiano dopo aver sorseggiato il caffè o ci immergiamo nella lettura di un romanzo acquistato in libreria il giorno prima, ci può capitare di domandarci cosa abbiamo realmente di fronte a noi, oltre a un articolo ben scritto o a un racconto scandito da acute riflessioni e dal potere di trasportarci in realtà lontane dai nostri innumerevoli impegni. 

Potremmo chiederci: cosa c’è in mezzo tra noi e quel volume? Chi permette che il pensiero di un autore arrivi nelle case di chi è disposto a leggerlo? Il rapporto tra chi legge – noi – e chi scrive è mediato dalle case editrici, che si occupano di selezionare lo scritto, revisionarlo e pubblicarlo nei tempi e nelle condizioni stabiliti. 

Le case editrici sono composte da più figure, ognuna delle quali si dedica a precise mansioni: 

Il Direttore editoriale è, di fatto, il responsabile delle linee editoriali abbracciate dalla casa editrice. Per questo motivo, si occupa di garantire che queste vengano rispettate, decidendo quali libri e/o articoli pubblicare e svolgendo così una funzione di coordinamento tra tutto il team. 

A supporto del direttore editoriale, c’è il Redattore editoriale, che si occupa di revisionare i testi, correggere gli errori grammaticali e stilistici, oltre a verificare la coerenza e la qualità del contenuto rispetto alla linea editoriale. 

Gli Editor sono quelle figure che lavorano maggiormente a contatto con l’autore e con il testo: a loro infatti spetta il compito di migliorare la struttura e il linguaggio dello scritto. La revisione deve in primo luogo concentrarsi sul contenuto e sulla coerenza narrativa (editor strutturale) e successivamente sullo stile e il linguaggio (editor di linea).

 

 

La revisione “formale” viene invece affidata al Correttore di bozze, che si occupa della correzione di refusi, errori tipografici e incongruenze di impaginazione; in questo modo, lo scritto è pronto per la pubblicazione. 

Esistono altre figure che si discostano dalle mansioni strettamente editoriali, ma ugualmente cruciali nella progettazione e nella pubblicazione di un contenuto testuale: 

Il grafico, ad esempio, progetta la copertina, l’impaginazione e gli elementi visivi del libro. rendendolo accattivante e in linea con il pubblico di riferimento. 

Accanto al grafico, possono esserci il Responsabile di diritti o l’Agente letterario, che si dedica alla gestione della parte legale relativa ai diritti d’autore. 

Infine, se è una casa editrice relativamente strutturata, ci sarà sicuramente il Responsabile del marketing e della comunicazione, a cui va il compito di pianificare le strategie di promozione del libro, di organizzare eventi promozionali, di gestire i rapporti con la stampa e di curare la comunicazione sui social media. 

Queste sono solo alcune delle figure che compongono l’affascinante mondo di una casa editrice. Grazie a loro, ogni giorno possiamo ascoltare nuove voci, scoprire nuovi pensieri e immergerci in mondi ancora tutti da esplorare. 

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Intervista a Beatrice Simonetti

 

 

Carissime e carissimi,

Oggi abbiamo il piacere di ospitare nel nostro salottino Beatrice Simonetti, autrice de Il cielo d’acciaio, recentemente recensito su questo blog.

Trovate la recensione qui: Il cielo d’acciaio

1.Ciao Beatrice, vuoi presentarti ai lettori del nostro blog raccontando qualcosa di te?

– Ciao! Innanzitutto, ti ringrazio per avermi proposto questa bellissima intervista. 

Dunque, vivo in provincia di Ancona, a Castelfidardo, la città che ha dato il via all’industria della fisarmonica e dove si è combattuta una delle battaglie decisive del nostro Risorgimento.

Oltre alla mia passione per la scrittura, sono laureata in Traduzione Letteraria (nello specifico in lingua e cultura russa e tedesca) e ho sempre avuto un’attenzione particolare per il ventesimo secolo (soprattutto per la storia della Germania e della Russia) che adoro approfondire attraverso una collezione infinita di saggi!

Inoltre, ho una grande passione per la lettura, per i videogiochi e per tutto ciò che permette di staccare la spina e viaggiare con la mente!

2. Quando hai iniziato a scrivere? Che ruolo occupano la scrittura e la lettura nella tua vita?

– Scrivo praticamente da sempre. Alle scuole medie scribacchiavo delle storielle fantasy strampalate sui fogli della stampante, durante le ore di matematica. Da quel momento, non ho mai più smesso.

Nel cassetto ho sempre custodito il sogno di vedere in libreria qualcosa scritto da me, ma al tempo nutrivo l’illusione che fosse tutto molto più semplice, perfino scrivere un romanzo.

Ora che sono decisamente più grande, nonostante le diverse consapevolezze, la scrittura occupa comunque uno spazio fondamentale, durante le mie giornate, e cerco di trovare sempre del tempo per mandare avanti i miei progetti.

Per quanto riguarda la lettura, invece, sono parecchio onnivora. Potrei passare dalla letteratura russa, alla saggistica o al romance, senza nessun problema.

Amo tutto ciò che è ben scritto e mi tiene incollata alle pagine.

3. Il cielo d’acciaio, romanzo bellissimo, vede intrecciarsi le vicende di quattro personaggi principali (Miroslaw, Johannes, Käthe e Hermann). Qual è stata la genesi nella caratterizzazione degli stessi?

Il cielo d’acciaio è nato insieme a Miroslaw Nowak. Per mesi, dopo la conclusione de Il fiume di nessuno (in cui Miroslaw è soltanto uno dei compagni di squadra di Benjamin Händler, protagonista dell’opera) avevo in testa solo lui e sua figlia Käthe.

Volevo rendere giustizia al personaggio di Miroslaw, dopo gli avvenimenti disastrosi de Il fiume, perché ero sicura che avesse molto altro da dire. In generale, sentivo che si nascondesse un mondo vastissimo, oltre la scorza da duro che aveva mostrato in trincea, quando era solo un ragazzino. Così, mi sono divertita a immaginarlo più grande di vent’anni.

Johannes è nato diversi mesi dopo. Inizialmente doveva essere la contrapposizione di suo padre Benjamin, poi si è fatto strada nella mia mente ed è esploso come un fuoco d’artificio. Ora, è uno dei personaggi a me più cari.

Hermann è stato il mio antagonista più complicato da gestire. La sua psiche era una pentola a pressione difficile da tenere a bada.

4. Hannes passa dal “mito del superuomo” iniziale, alla disillusione e al rinnegamento. Da lettori assistiamo a un profondo cambiamento. È stato complicato riuscire a raccontare il dolore nelle sue sfaccettature?

Lo è stato parecchio, ma è stato un percorso altrettanto naturale. Il suo viaggio è stato doloroso, tortuoso. L’ho visto strisciare (metaforicamente e non) nel fango, per provare a conoscere se stesso, e a scindere quella parte di sé dagli ideali inculcatigli fin da quando era molto piccolo. Più volte mi sono dovuta fermare per riprendere fiato durante la stesura.

Ci sono state diverse notti in cui il suo personaggio mi ha tenuta sveglia per aggiungere tasselli che avevo ignorato. Era sempre nella mia testa. Una presenza costante.

Distruggere tutte le sue certezze è stato inevitabile, una crepa dopo l’altra.

Certe volte mi fermo a pensare che, se la guerra non fosse scoppiata e non fossero successe altre cose, forse Johannes sarebbe rimasto il ragazzino che conosciamo nell’aprile del 1939, e si sarebbe “accontentato” di vivere quel tipo di vita a metà.

5. Mi è piaciuta molto Käthe Nowak per il suo coraggio. La ritroveremo nel prossimo romanzo?

Ebbene sì. Anche se sarà molto secondaria, Käthe sarà presente anche nel terzo e ultimo romanzo della saga.

6. Il cielo d’acciaio fa parte di una trilogia. Mi chiedo se nel prossimo romanzo il protagonista sarà Yannick o se conosceremo un nuovo personaggio. Puoi rivelarci qualcosa?

Preparati agli spoiler!

Nel prossimo romanzo, di cui ho ormai quasi ultimato la prima stesura, una delle voci narranti sarà proprio quella di Yannick. Avremo di nuovo tre punti di vista, come ne Il fiume di nessuno.

Oltre a Yannick gli altri due protagonisti saranno “inediti”. Ormai è una caratteristica di questa saga, oserei dire, visto che anche ne Il cielo d’acciaio l’unico personaggio noto tra i protagonisti era Miroslaw.

Ti dico inoltre che il terzo volume della saga avrà una componente gialla più spiccata rispetto ai precedenti volumi e sarà ambientato prevalentemente tra il 1963 e il 1964.

7. Quali sono i tuoi progetti per il futuro oltre il completamento della trilogia?

Con la fine della saga credo che recupererò un romanzo distopico iniziato dopo la fine de Il cielo d’acciaio, di cui ho scritto solo pochi capitoli.

Poi ho in cantiere anche un’altra saga storica, stavolta composta soltanto da due volumi, ambientata in Unione Sovietica, di cui però preferisco non parlare troppo, visto che è ancora soltanto un’idea abbastanza fumosa.

8. Ultima classica domanda: quali sono i cinque libri che porteresti con te su un’isola deserta?

Porterei Delitto e Castigo di Dostoevskij, di cui sono ossessionata da quando ero un’adolescente, Espiazione di McEwan e per ultima, ma non per ordine di importanza l’intera trilogia della Grande Guerra di Remarque, quindi Niente di nuovo sul fronte occidentale, La via del ritorno e i Tre camerati. Quei romanzi mi hanno dato moltissimo, tanto da essere stati un perno fondamentale della mia tesi di laurea magistrale.

 

 

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Gli anni d’oro della dinastia Florio – S. Lo Pilato/S. Maira

Gli anni d’oro della dinastia Florio – S. Lo Pilato/S. Maira – Bonfirraro -2024

Gli anni d’oro della dinastia Florio. Gli anni d’oro della dinastia Florio ripercorre le tappe salienti della vita dei personaggi illustri di una famiglia che ha dato lustro alla Sicilia, in particolare a Palermo, Marsala e Favignana. Originari di Bagnara Calabra, Paolo fu il primo Florio a stabilirsi a Palermo, dove avviò una fiorente bottega in via dei Materassai, nota per la vendita di spezie e chinino, e frequentata anche dalla regina Carolina di Borbone. Il leo bibens, emblema della famiglia Florio, divenne presto noto in tutto il mondo. La loro crescita economica straordinaria è testimoniata dalla flotta delle navi Florio, che solcarono anche gli oceani, dalla produzione vinicola di grande successo, dall’industria del tonno, dalla fonderia Oretea, dalla produzione di ceramiche con il marchio Florio, e molto altro ancora. I Florio non solo hanno lasciato un segno indelebile dal punto di vista economico, ma anche culturale. Sono stati artefici della straordinaria fioritura culturale che Palermo visse durante la Belle Époque. Nelle ville sontuose ed eleganti, simbolo del Liberty e dell’Art Nuveau a Palermo, ospitarono illustri personaggi provenienti da tutto il mondo: re, regine, imperatori, zar e zarine. La storia dei Florio è quella di una famiglia borghese che ascese al rango aristocratico, rivaleggiando con le famiglie reali. Dai fratelli Paolo e Ignazio Florio a Vincenzo Serior, il genio creativo che fu il motore della ricchezza familiare, da Ignazio Florio Senior a Ignazio Florio Junior e sua moglie Franca Florio, indiscussi protagonisti della Belle Époque a Palermo, da Vincenzo III, ideatore della celebre Targa Florio, a Raimondo Lanza di Trabia, noto come un principe irrequieto, da Giulia Florio, figlia di Ignazio e Franca, che con il marito Achille Belloso Afan De Rivera Costaguti aprì la casa di piazza Mattei a Roma alle famiglie ebree durante il nazifascismo, salvandole da una morte certa, fino a Costanza Afan De Rivera, recentemente scomparsa. La storia dei Florio dimostra che il denaro non garantisce la felicità. La loro vicenda è stata segnata da grandi successi imprenditoriali, ma anche da profondi dolori e lutti. L’impero economico dei Florio, che prosperò per un secolo, subì un tracollo dovuto a varie ragioni, entrando così nella leggenda insieme alla famiglia e al loro simbolo, il leo bibens. (altro…)

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