Gli anni d’oro della dinastia Florio – S. Lo Pilato/S. Maira – Bonfirraro -2024

Gli anni d’oro della dinastia Florio. Gli anni d’oro della dinastia Florio ripercorre le tappe salienti della vita dei personaggi illustri di una famiglia che ha dato lustro alla Sicilia, in particolare a Palermo, Marsala e Favignana. Originari di Bagnara Calabra, Paolo fu il primo Florio a stabilirsi a Palermo, dove avviò una fiorente bottega in via dei Materassai, nota per la vendita di spezie e chinino, e frequentata anche dalla regina Carolina di Borbone. Il leo bibens, emblema della famiglia Florio, divenne presto noto in tutto il mondo. La loro crescita economica straordinaria è testimoniata dalla flotta delle navi Florio, che solcarono anche gli oceani, dalla produzione vinicola di grande successo, dall’industria del tonno, dalla fonderia Oretea, dalla produzione di ceramiche con il marchio Florio, e molto altro ancora. I Florio non solo hanno lasciato un segno indelebile dal punto di vista economico, ma anche culturale. Sono stati artefici della straordinaria fioritura culturale che Palermo visse durante la Belle Époque. Nelle ville sontuose ed eleganti, simbolo del Liberty e dell’Art Nuveau a Palermo, ospitarono illustri personaggi provenienti da tutto il mondo: re, regine, imperatori, zar e zarine. La storia dei Florio è quella di una famiglia borghese che ascese al rango aristocratico, rivaleggiando con le famiglie reali. Dai fratelli Paolo e Ignazio Florio a Vincenzo Serior, il genio creativo che fu il motore della ricchezza familiare, da Ignazio Florio Senior a Ignazio Florio Junior e sua moglie Franca Florio, indiscussi protagonisti della Belle Époque a Palermo, da Vincenzo III, ideatore della celebre Targa Florio, a Raimondo Lanza di Trabia, noto come un principe irrequieto, da Giulia Florio, figlia di Ignazio e Franca, che con il marito Achille Belloso Afan De Rivera Costaguti aprì la casa di piazza Mattei a Roma alle famiglie ebree durante il nazifascismo, salvandole da una morte certa, fino a Costanza Afan De Rivera, recentemente scomparsa. La storia dei Florio dimostra che il denaro non garantisce la felicità. La loro vicenda è stata segnata da grandi successi imprenditoriali, ma anche da profondi dolori e lutti. L’impero economico dei Florio, che prosperò per un secolo, subì un tracollo dovuto a varie ragioni, entrando così nella leggenda insieme alla famiglia e al loro simbolo, il leo bibens.

RECENSIONE a cura di Valeria Lorusso

Originari della Calabria, Bagnara Calabra per la precisione, i Florio si stabilirono a Palermo, dove Paolo Florio avviò un’attività di vendita delle spezie e del chinino. La bottega era frequentata anche dalla regina Carolina di Borbone e ben presto l’emblema dei Florio, il Leo Bibens, divenne noto in tutto il mondo. Grazie all’intuito di Paolo e dei suoi discendenti il loro campo d’azione si allargò all’industria del tonno, alla produzione del vino e delle ceramiche oltre che in molte altre attività imprenditoriali.

E’ qui che l’uomo aprì una bottega di spezie, in via Materassai, dando avvio alla sua impresa commerciale, destinata a diventare un grande impero economico grazie alle capacità imprenditoriali sue e dei suoi discendenti; abili nel cogliere le opportunità che il mercato offriva, diversificarono gli investimenti, divenendo in pochi anni i padroni incontrastati della Sicilia.

Altri capitoli sono dedicati ai palazzi fatti costruire dai vari membri della famiglia nel corso del tempo, dimore nelle quali essi risiedettero stabilmente o soggiornarono nel periodo estivo e dove ospitarono reali italiani ed europei, nonchè letterati e musicisti dell’epoca. Le fotografie di questi palazzi qui inserite mostrano ambienti arredati con gusto e munificenza facendo comprendere l’elevato tenore di vita della famiglia.

Sale decorate, tetti riccamente affrescati, pavimenti unici al mondo sono stati fotografati da appassionati da ogni dove, a testimoniare i fasti di una famiglia, che è, senza dubbio, l’emblema della Belle Epoque a Palermo.

Franca Florio nel ritratto di Giovanni Boldini

Ampio risalto viene dato alle donne della famiglia Florio che con la loro bellezza ed eleganza erano considerate dei modelli da copiare.

La più nota è donna Franca Florio, moglie di Ignazio jr. la cui bellezza è passata alla storia. Lei e Ignazio si sposarono perchè innamorati, ma la disillusione arrivò presto con i continui tradimenti del marito che la fecero soffrire…eppure in un passo del suo diario scrisse:

Cosa avrei dovuto fare per mettermi al riparo dai disagi odierni? Credere alle profferte dei cento cicisbei che ho mandato al diavolo negli anni passati? Girare le spalle all’unico uomo che mi ha scelto davvero per amore? Quello che contrariamente a tutti gli altri, mi ha scelto al buio, quando ancora non ero chi sarei diventata? Ciò che sono stata lo devo a lui. Solo a lui”.

Interessante il capitolo riguardante Il ritratto che Giovanni Boldini fece a donna Franca, leggere i retroscena sulla genesi e la creazione di un’opera d’arte è sempre molto istruttivo. Curioso è stato per me che ho sempre amato Vecchio frac di Modugno scoprire l’identità dell’uomo: Raimondo Lanza Trabia.

Nel finale sono spiegate le cause che portarono la famiglia verso  un rapido declino, Ignazio jr. non seppe far fronte a una crisi finanziaria e la sua incapacità nel gestire la fortuna ricevuta dai suoi predecessori portò al tracollo economico. 

Il saggio interessante e scritto in modo chiaro e fruibile ricostruisce la vita di una dinastia entrata nella storia per i fasti privati divenendo artefice “della straordinaria fioritura culturale che Palermo visse durante la Belle Epoque”.

5,0 / 5
Grazie per aver votato!

1 Comment on Gli anni d’oro della dinastia Florio – S. Lo Pilato/S. Maira

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *