Month: Marzo 2025

Domani domani – Francesca Giannone

Domani, domani – Francesca Giannone – Nord

Domani, domani. Salento, 1959. Lorenzo e Agnese hanno perso tutto. E lo capiscono quando, con gli occhi tristi che si porta dietro da una vita, il padre annuncia di aver venduto il saponificio di famiglia, un’eredità che lui ha vissuto come una condanna. Per Lorenzo e Agnese, invece, quella fabbrica che il nonno ha creato dal nulla, che profuma di talco, di essenze floreali e di oli vegetali, e che occupa ogni loro pensiero, era la certezza di un presente sereno e la promessa di un futuro da tracciare insieme, uniti. Quindi l’idea di rimanere lì come semplici operai sotto un nuovo, arrogante padrone è devastante per entrambi. Lorenzo, orgoglioso e impulsivo, se ne va sbattendo la porta, col cuore colmo di rabbia e con un solo obiettivo: trovare i soldi necessari per riprendersi quello che è suo. Ma Agnese non lo segue: tanto risoluta se si tratta di formulare saponi quanto insicura quando le tocca abitare il mondo al di fuori del saponificio, dichiara: «Io resto dov’è casa mia». È una crepa profonda, apparentemente insanabile, quella che si apre tra fratello e sorella e li spingerà su strade opposte e imprevedibili. Perché vogliono la stessa cosa, Lorenzo e Agnese, almeno finché l’amore non li porterà di nuovo a un bivio. Ognuno dei due farà una scelta, tracciando un altro domani… Sarà per entrambi un domani senza rimpianti? (altro…)

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La vegetariana – Han Kang

La vegetariana – Han Kang – Adelphi

La vegetariana. «È tutt’altro che un’opera ascetica: è un romanzo pieno di sesso ai limiti del consenziente, di atti di alimentazione forzata e purificazione – in altri termini di violenza sessuale e disordini alimentari, mai chiamati per nome nell’universo di Han Kang … Il racconto di Han Kang non è un monito per l’onnivoro, e quello di Yeong-hye verso il vegetarianesimo non è un viaggio felice. Astenersi dal mangiare esseri viventi non conduce all’illuminazione. Via via che Yeong-hye si spegne, l’autrice, come una vera divinità, ci lascia a interrogarci su cosa sia meglio, che la protagonista viva o muoia. E da questa domanda ne nasce un’altra, la domanda ultima che non vogliamo davvero affrontare: “Perché, è così terribile morire?”». («The New York Times») (altro…)

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Passeggiando per una casa editrice…

di Veronica Fioranzato

Mentre sfogliamo la nostra rivista preferita, passiamo in rassegna gli articoli che troviamo nel quotidiano dopo aver sorseggiato il caffè o ci immergiamo nella lettura di un romanzo acquistato in libreria il giorno prima, ci può capitare di domandarci cosa abbiamo realmente di fronte a noi, oltre a un articolo ben scritto o a un racconto scandito da acute riflessioni e dal potere di trasportarci in realtà lontane dai nostri innumerevoli impegni. 

Potremmo chiederci: cosa c’è in mezzo tra noi e quel volume? Chi permette che il pensiero di un autore arrivi nelle case di chi è disposto a leggerlo? Il rapporto tra chi legge – noi – e chi scrive è mediato dalle case editrici, che si occupano di selezionare lo scritto, revisionarlo e pubblicarlo nei tempi e nelle condizioni stabiliti. 

Le case editrici sono composte da più figure, ognuna delle quali si dedica a precise mansioni: 

Il Direttore editoriale è, di fatto, il responsabile delle linee editoriali abbracciate dalla casa editrice. Per questo motivo, si occupa di garantire che queste vengano rispettate, decidendo quali libri e/o articoli pubblicare e svolgendo così una funzione di coordinamento tra tutto il team. 

A supporto del direttore editoriale, c’è il Redattore editoriale, che si occupa di revisionare i testi, correggere gli errori grammaticali e stilistici, oltre a verificare la coerenza e la qualità del contenuto rispetto alla linea editoriale. 

Gli Editor sono quelle figure che lavorano maggiormente a contatto con l’autore e con il testo: a loro infatti spetta il compito di migliorare la struttura e il linguaggio dello scritto. La revisione deve in primo luogo concentrarsi sul contenuto e sulla coerenza narrativa (editor strutturale) e successivamente sullo stile e il linguaggio (editor di linea).

 

 

La revisione “formale” viene invece affidata al Correttore di bozze, che si occupa della correzione di refusi, errori tipografici e incongruenze di impaginazione; in questo modo, lo scritto è pronto per la pubblicazione. 

Esistono altre figure che si discostano dalle mansioni strettamente editoriali, ma ugualmente cruciali nella progettazione e nella pubblicazione di un contenuto testuale: 

Il grafico, ad esempio, progetta la copertina, l’impaginazione e gli elementi visivi del libro. rendendolo accattivante e in linea con il pubblico di riferimento. 

Accanto al grafico, possono esserci il Responsabile di diritti o l’Agente letterario, che si dedica alla gestione della parte legale relativa ai diritti d’autore. 

Infine, se è una casa editrice relativamente strutturata, ci sarà sicuramente il Responsabile del marketing e della comunicazione, a cui va il compito di pianificare le strategie di promozione del libro, di organizzare eventi promozionali, di gestire i rapporti con la stampa e di curare la comunicazione sui social media. 

Queste sono solo alcune delle figure che compongono l’affascinante mondo di una casa editrice. Grazie a loro, ogni giorno possiamo ascoltare nuove voci, scoprire nuovi pensieri e immergerci in mondi ancora tutti da esplorare. 

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Intervista a Beatrice Simonetti

 

 

Carissime e carissimi,

Oggi abbiamo il piacere di ospitare nel nostro salottino Beatrice Simonetti, autrice de Il cielo d’acciaio, recentemente recensito su questo blog.

Trovate la recensione qui: Il cielo d’acciaio

1.Ciao Beatrice, vuoi presentarti ai lettori del nostro blog raccontando qualcosa di te?

– Ciao! Innanzitutto, ti ringrazio per avermi proposto questa bellissima intervista. 

Dunque, vivo in provincia di Ancona, a Castelfidardo, la città che ha dato il via all’industria della fisarmonica e dove si è combattuta una delle battaglie decisive del nostro Risorgimento.

Oltre alla mia passione per la scrittura, sono laureata in Traduzione Letteraria (nello specifico in lingua e cultura russa e tedesca) e ho sempre avuto un’attenzione particolare per il ventesimo secolo (soprattutto per la storia della Germania e della Russia) che adoro approfondire attraverso una collezione infinita di saggi!

Inoltre, ho una grande passione per la lettura, per i videogiochi e per tutto ciò che permette di staccare la spina e viaggiare con la mente!

2. Quando hai iniziato a scrivere? Che ruolo occupano la scrittura e la lettura nella tua vita?

– Scrivo praticamente da sempre. Alle scuole medie scribacchiavo delle storielle fantasy strampalate sui fogli della stampante, durante le ore di matematica. Da quel momento, non ho mai più smesso.

Nel cassetto ho sempre custodito il sogno di vedere in libreria qualcosa scritto da me, ma al tempo nutrivo l’illusione che fosse tutto molto più semplice, perfino scrivere un romanzo.

Ora che sono decisamente più grande, nonostante le diverse consapevolezze, la scrittura occupa comunque uno spazio fondamentale, durante le mie giornate, e cerco di trovare sempre del tempo per mandare avanti i miei progetti.

Per quanto riguarda la lettura, invece, sono parecchio onnivora. Potrei passare dalla letteratura russa, alla saggistica o al romance, senza nessun problema.

Amo tutto ciò che è ben scritto e mi tiene incollata alle pagine.

3. Il cielo d’acciaio, romanzo bellissimo, vede intrecciarsi le vicende di quattro personaggi principali (Miroslaw, Johannes, Käthe e Hermann). Qual è stata la genesi nella caratterizzazione degli stessi?

Il cielo d’acciaio è nato insieme a Miroslaw Nowak. Per mesi, dopo la conclusione de Il fiume di nessuno (in cui Miroslaw è soltanto uno dei compagni di squadra di Benjamin Händler, protagonista dell’opera) avevo in testa solo lui e sua figlia Käthe.

Volevo rendere giustizia al personaggio di Miroslaw, dopo gli avvenimenti disastrosi de Il fiume, perché ero sicura che avesse molto altro da dire. In generale, sentivo che si nascondesse un mondo vastissimo, oltre la scorza da duro che aveva mostrato in trincea, quando era solo un ragazzino. Così, mi sono divertita a immaginarlo più grande di vent’anni.

Johannes è nato diversi mesi dopo. Inizialmente doveva essere la contrapposizione di suo padre Benjamin, poi si è fatto strada nella mia mente ed è esploso come un fuoco d’artificio. Ora, è uno dei personaggi a me più cari.

Hermann è stato il mio antagonista più complicato da gestire. La sua psiche era una pentola a pressione difficile da tenere a bada.

4. Hannes passa dal “mito del superuomo” iniziale, alla disillusione e al rinnegamento. Da lettori assistiamo a un profondo cambiamento. È stato complicato riuscire a raccontare il dolore nelle sue sfaccettature?

Lo è stato parecchio, ma è stato un percorso altrettanto naturale. Il suo viaggio è stato doloroso, tortuoso. L’ho visto strisciare (metaforicamente e non) nel fango, per provare a conoscere se stesso, e a scindere quella parte di sé dagli ideali inculcatigli fin da quando era molto piccolo. Più volte mi sono dovuta fermare per riprendere fiato durante la stesura.

Ci sono state diverse notti in cui il suo personaggio mi ha tenuta sveglia per aggiungere tasselli che avevo ignorato. Era sempre nella mia testa. Una presenza costante.

Distruggere tutte le sue certezze è stato inevitabile, una crepa dopo l’altra.

Certe volte mi fermo a pensare che, se la guerra non fosse scoppiata e non fossero successe altre cose, forse Johannes sarebbe rimasto il ragazzino che conosciamo nell’aprile del 1939, e si sarebbe “accontentato” di vivere quel tipo di vita a metà.

5. Mi è piaciuta molto Käthe Nowak per il suo coraggio. La ritroveremo nel prossimo romanzo?

Ebbene sì. Anche se sarà molto secondaria, Käthe sarà presente anche nel terzo e ultimo romanzo della saga.

6. Il cielo d’acciaio fa parte di una trilogia. Mi chiedo se nel prossimo romanzo il protagonista sarà Yannick o se conosceremo un nuovo personaggio. Puoi rivelarci qualcosa?

Preparati agli spoiler!

Nel prossimo romanzo, di cui ho ormai quasi ultimato la prima stesura, una delle voci narranti sarà proprio quella di Yannick. Avremo di nuovo tre punti di vista, come ne Il fiume di nessuno.

Oltre a Yannick gli altri due protagonisti saranno “inediti”. Ormai è una caratteristica di questa saga, oserei dire, visto che anche ne Il cielo d’acciaio l’unico personaggio noto tra i protagonisti era Miroslaw.

Ti dico inoltre che il terzo volume della saga avrà una componente gialla più spiccata rispetto ai precedenti volumi e sarà ambientato prevalentemente tra il 1963 e il 1964.

7. Quali sono i tuoi progetti per il futuro oltre il completamento della trilogia?

Con la fine della saga credo che recupererò un romanzo distopico iniziato dopo la fine de Il cielo d’acciaio, di cui ho scritto solo pochi capitoli.

Poi ho in cantiere anche un’altra saga storica, stavolta composta soltanto da due volumi, ambientata in Unione Sovietica, di cui però preferisco non parlare troppo, visto che è ancora soltanto un’idea abbastanza fumosa.

8. Ultima classica domanda: quali sono i cinque libri che porteresti con te su un’isola deserta?

Porterei Delitto e Castigo di Dostoevskij, di cui sono ossessionata da quando ero un’adolescente, Espiazione di McEwan e per ultima, ma non per ordine di importanza l’intera trilogia della Grande Guerra di Remarque, quindi Niente di nuovo sul fronte occidentale, La via del ritorno e i Tre camerati. Quei romanzi mi hanno dato moltissimo, tanto da essere stati un perno fondamentale della mia tesi di laurea magistrale.

 

 

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