La logica della lampara – Cristina Cassar Scalia – Einaudi

 

La logica della lampara. Un caso scabroso che richiede la cautela e la pazienza dei pescatori alla luce della lampara: come loro, il vicequestore Guarrasi sa bene che per far venire a galla i pesci bisogna aspettare, senza stancarsi. Sono le quattro e trenta del mattino. Dalla loro barca il dottor Manfredi Monterreale e Sante Tammaro, giornalista di un quotidiano online, intravedono sulla costa un uomo che trascina a fatica una grossa valigia e la getta fra gli scogli. Poche ore dopo il vicequestore Vanina Guarrasi riceve una chiamata anonima: una voce femminile riferisce di aver assistito all’uccisione di una ragazza avvenuta quella notte in un villino sul mare. Due fatti che si scoprono legati e danno il via a un’indagine assai più delicata del previsto.

Recensione

Secondo dei sei, almeno al momento, che vedono protagonista Vanina Guarrasi, vicequestore siciliano a forte rischio ma anche a prova di colesterolo.
Seguire, e magari annotarsi, tutte le prelibatezze con cui la poliziotta mirabilmente tratteggiata da Cristina Cassar Scalia si delizia nell’arco de La logica della lampara è un qualcosa che, già di per sé, varrebbe abbondantemente la lettura, ma la raccomandazione d’obbligo è di non provare ad emularla in questi percorsi virtuosi specie se si è in un’età in cui oltrepassare certe soglie di guardia può diventare pericoloso.
Accantonata la sfera culinaria che assieme a quella cinematografica (le citazioni particolareggiate di alcuni film sono puro diletto per gli appassionati del genere) rappresenta un valore aggiunto notevole per la serie è giusto occuparsi della parte gialla, comunque interessantissima.
Stavolta Vanina assieme al suo team estremamente variegato e ben assortito si trova ad indagare su un omicidio abbastanza atipico laddove il motivo dell’atipicità ovviamente non si può raccontare, è un po’ il problema atavico dei gialli, li leggi, muori dalla voglia di raccontarli nei dettagli, ma non si può.
Però qualcosa si può dire sulla protagonista Vanina, donna dai modi un pelino bruschi, a volte puntuta, ombrosa, ma affascinante come l’autunnale Catania dove si svolge il romanzo.
Perché poi a volte nei libri è come nella vita, la bellezza la devi pure un po’ andare a cercare, non sempre è immediata, e scoprirla dove sembra non esistere potrebbe rivelarsi un piacere sorprendente.
La logica della lampara cosi come Sabbia nera è un romanzo che non parte in quarta, non promette subito fuoco e fiamme, va non dico centellinato ma almeno lasciato decantare, i colpi di scena vanno attesi con la dovuta calma e occorrerà portare pazienza se magari il finale non dovesse rivelarsi quello che avevamo ipotizzato oppure ci sembrasse eccessivamente pronosticabile, con i gialli è spesso così.
In definitiva lettura che mi sento di consigliare, non soltanto agli amanti del genere, seguire la cronologia dei romanzi credo sia preferibile altrimenti si rischia di perdersi non tanto negli intrecci quanto nelle dinamiche dei personaggi che sono molteplici.
Assolutamente sconsigliabile qualsiasi parallelo con Camilleri, si rischierebbe a parer mio di non godere appieno della lettura, ma questa insomma è una mia personalissima convinzione che vale in generale… quando si legge bisognerebbe sempre mettere da parte i paragoni scomodi, almeno finché ci si riesce.
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