La dama di compagnia – Marie Adelaide Belloc Lowndes – Gilgamesh Edizioni

 

 

La dama di compagnia. Londra. Battista Raydon, un ricco e meschino borghese di Londra, viene trovato morto, avvelenato con l’arsenico. La bella e giovane moglie Eva, una scialacquatrice, amichevolmente legata a uno storico spasimante e detestata dalla parsimoniosa suocera, diventa la prima sospettata dell’omicidio. Battista ed Eva, dopo il loro matrimonio, erano andati a vivere in un’incantevole magione nella campagna appena fuori Londra, un bucolico cottage denominato Il Mulino, alla cui organizzazione si è sempre dedicata con efficienza Adele Strain, governante e dama di compagnia, personaggio chiave del libro, amica di vecchia data di Eva. … Il conflitto tra la dispendiosa moglie e il controllato marito giunge al culmine quando alcuni creditori si presentano a Battista reclamando debiti per quasi tremila sterline, una somma enorme per il tempo…

 

RECENSIONE

Giallo classico, di un tempo in cui non c’era bisogno di descrizioni forti per catturare l’attenzione del lettore ma bastava un buon intreccio, dei protagonisti incisivi, un processo avvincente, ed ecco che magicamente potevi persino permetterti di sollevare il velo dell’assassino a metà romanzo, tanto più che il colpo di scena finale era comunque garantito. Tempi che, purtroppo, non torneranno più, come del resto i colpi di scena, soppiantati dai finali aperti perché la parola d’ordine oggi è una sola: sequel, o meglio ancora serie o ciclo che dir si voglia.
La struttura de La dama di compagnia è quella tipica dell’inverted story, il romanzo si apre con il processo finale per poi ripartire dal principio raccontando la storia in tutto il suo sviluppo. Si tratta di un procedimento molto in uso anche nel cinema americano, ad esempio, ed in generale nei procedural di qualsiasi tipo.
Tutti i personaggi sono definiti in modo approfondito, spesso ai limiti del maniacale ed è immediato per chi legge entrare in sintonia e parteggiare per l’uno o per l’altro.
Battista Raydon e sua moglie Eva si amano fortemente e questo è chiaro da subito ma è altrettanto vero che non si potrebbero immaginare due caratteri più diversi, taccagno ai limiti dell’inverosimile lui (roba da far invidia a zio Paperone), spendacciona come se non ci fosse un domani lei e con una serie di conti in sospeso da far rizzare i capelli. Insomma la teoria degli opposti che si attraggono elevata all’ennesima potenza.
Non sono da meno a livello di eccellente caratterizzazione i personaggi solo apparentemente di contorno:
Adele Strain, ovvero la dama di compagnia del titolo, non particolarmente avvenente, amica di lunga data di Eva esercita una notevole influenza sull’amica ed a sua volta si lascia a volte orientare da lei, il loro rapporto risulta assolutamente fondamentale nell’economia del romanzo.
Giacomo Mintlaw, il primissimo spasimante di Eva, ricompare dopo parecchi anni e con una posizione economica invidiabile, è ovviamente innamorato della donna che peraltro non sembra del tutto insensibile al fascino esercitato dalla ricchezza di Giacomo.
La dama di compagnia si gioca anche su questa contrapposizione tra la donna bella, seducente ma un po’ frivola e quella decisamente meno avvenente ma intelligente e scaltra… è se vogliamo un cliché discutibile che ha resistito fino ai giorni nostri ma ci sta che venga sviluppato come tema letterario.
Altra figura fondamentale della storia è la mamma di Battista, da lei l’uomo ha decisamente ereditato la tendenza al “braccino corto”, donna esperta della vita comprende subito quelle che sono le debolezze della nuora e cerca di sfruttarle per metterla in cattiva luce col figlio.
Insomma ognuno di noi è messo perfettamente nelle condizioni di farsi un’idea, simpatizzare o prendere posizione in favore dell’uno o dell’altro protagonista, e soprattutto mettersi al posto della giuria nonché pronunciarsi riguardo il possibile verdetto.
Cos’altro aggiungere se non che La dama di compagnia  mi è piaciuto davvero molto, ho apprezzato la scrittura fluida e moderna (in questo suppongo una parte del merito sia ascrivibile alla traduzione), e naturalmente l’intrigo fino al colpo di scena finale.
Lettura consigliata su tutta la linea.
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