Diamo il benvenuto nel salottino di Infinity Passions a Claudia Brandi, autrice de La piantagione Walker, primo capitolo di una serie ambientata negli Stati Uniti prima della Guerra di Secessione. 

Vi lascio alla lettura dell’intervista che mi ha gentilmente concesso.

Claudia Brandi

1) Ciao Claudia vuoi presentarti alle amiche e agli amici che mi seguono raccontando qualcosa di te?
Sono umbra d’origine ma espatriata in Francia da sette anni; vivo a Lione e sono insegnante di inglese, sposata e mamma di due gatte straviziate. Ho sempre amato scrivere e leggere ma la mia vera passione sono i viaggi (all’estero).
2) Solitamente gli scrittori sono anche lettori, cosa ti piace leggere in particolare? Hai degli autori che prediligi?
Leggo di tutto ma prediligo romanzi storici, autobiografie e saggistica. Non prediligo autori in particolare, quando compro un libro vado molto a istinto, mi baso sul titolo, la copertina e la descrizione, non guardo mai le recensioni degli altri lettori….
3) Hai scelto per il tuo romanzo un’ambientazione non consueta. Da dove parte la scelta del periodo precedente la Guerra di Secessione americana?
Ho sempre amato la storia americana e il periodo prima della Guerra Civile, sicuramente perché da bambina adoravo guardare Via col Vento e, in genere, l’Ottocento è il mio secolo di predilezione da sempre. Ci terrei anche a sottolineare una cosa  per me  molto importante: nonostante l’etichetta di romanzo storico non ho mai avuto la pretesa di scrivere storici perché non sono una storica. Quello che volevo era scrivere una storia d’amore ambientata nell’Ottocento, La piantagione Walker. è un romanzo che si situa a metà tra lo storico e il romance. Il periodo storico fa da background alla storia d’amore.
4) Hai mai visitato gli States? Che impressione ti sei fatta del popolo americano e della loro cultura? 
Visito gli States ogni anno, ogni volta un posto diverso. Ho visitato dodici stati americani finora. La loro cultura è diversa da stato a stato e dipende dalla loro storia; gli stati del sud e quelli del nord non hanno vissuto le stesse esperienze e non hanno la stessa mentalità al giorno d’oggi. In generale, adoro il popolo americano. Una parte della mia famiglia è americana: ho dei cugini in Florida e nel New Jersey. Sono i discendenti di una prozia che immigro’ in america negli anni cinquanta.
5) Via col vento, il famosissimo romanzo della Mitchell, ha un ruolo nella scelta di ambientare il tuo romanzo nel sud degli Stati Uniti del XIX secolo?
Si, come dicevo ho interiorizzato la storia e l’ambientazione di Via Col vento fin da piccola e sicuramente la passione per quell’epoca è venuta da li
6) Ci spieghi come sono nati i tuoi personaggi, la genesi e lo sviluppo?
La storia e i personaggi sono nati durante una vacanza in Louisiana nel 2021. Stavo visitando una piantagione e lì Ashley, Celia e Thomas sono apparsi nella mia mente. La primissima scena che ho scritto è quella in cui Ashley e Celia passeggiano lungo il viale della piantagione quando si incontrano e parlano per la prima volta.
7) So che La piantagione Walker è il primo capitolo di una serie di romanzi, hai già iniziato a scrivere il secondo?
Sì, il sequel è già scritto e attualmente sto scrivendo il terzo episodio. La Piantagione Walker è una saga familiare.
8) Ci puoi accennare, per stuzzicare la curiosità, qualcosa su come si evolveranno le vicende di Ashley e Celia?
Nel secondo romanzo Celia e Ashley dovranno affrontare ancora tanti ostacoli che metteranno a dura prova il loro amore. Nella seconda parte c’è un salto temporale di tanti anni e nuovi personaggi appariranno nella saga, con intrecci di storie d’amore, passione, litigi e tradimenti.
9) Oltre la prosecuzione de La piantagione Walker hai altri progetti in cantiere?
Sì, ho molte altre idee di storie d’amore ambientate nell’Ottocento. Prima o poi le scriverò! Posso anche annunciare ufficialmente che La Piantagione Walker (e i suoi seguiti) usciranno anche in francese a breve.
10) Infine l’ultima classica domanda: quali sono i 5 libri che porteresti con te su un’isola deserta?
Porterei “Jane Eyre” di Charlotte Brontë, “La ricerca del tempo perduto” di Proust, “Pelle nera, maschere bianche” di Frantz Fanon, “Il Signore degli Anelli” di Tolkien, “Macbeth” di Shakespeare e un’antologia di poesie di Quasimodo e Ungaretti.

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