Amoreamaro – Piero Meli – SECOP edizioni

Amoreamaro. Tra le pagine di AmoreAmaro, Meli pone estrema attenzione ai dettagli da capace fotografo qual è, sempre attento all’importanza della composizione. Nulla è lasciato al caso, ogni personaggio, ogni incastro fortuito, hanno il loro perché. Dietro l’amore che Meli racconta ci sono infinite sfumature molte più delle cinquanta intercettate da E.L. James. C’è l’inno alla vita, bella, fragile, tanto ovvia e scontata alcune volte, eppure leggera come un alito di vento. C’è il destino beffardo che fa incontrare due vite, ci sono le immancabili albe ed i rutilanti tramonti e le persone con cui guardarli

RECENSIONE

Accesi, spenti, speciali, fragili, quanti amori conosciamo che possiamo far rientrare in questi aggettivi? Sicuramente non pochi. L’amore ha diverse sfaccettature e  per quanto possa sembrare che le storie si assomiglino grazie al comune denominatore del lieto fine, in realtà ogni storia è un mondo a sè. Lo stesso dicasi per quegli amori in cui manca il vissero felici e contenti, amori amari che vivono la caducità di un rapporto destinato a concludersi. Amori-non amori in cui manca quel quid capace di farli assurgere al ruolo di relazione volta alla costruzione di un futuro insieme.
Ho letto con piacere Amoreamaro una collezione di racconti scritti da Piero Meli, l’amore ai tempi dell’incomunicabilità potrebbe essere il sottotitolo.
E si perché l’autore riesce a definire con accuratezza, attraverso dieci episodi che rappresentano ognuno diverse sfumature, quello che è uno dei maggiori mali di vivere della nostra epoca.
L’incomunicabilità, il non detto, l’incapacità di pronunciare, al momento giusto, quella frase che ribalterebbe tutto, spariglierebbe le carte in tavola, permettendoci, perché no, di riappropriarci della felicità, o magari di viverla un po’ più a lungo.
Quante volte leggendo questi racconti, vedendo come si chiudevano rapporti sentimentali che pure percepivo essere importanti, avrei voluto inserirmi nei dialoghi per rivolgermi al lui, oppure alla lei, e chiedere ma perché?
Perché non c’è più la voglia, la forza, di aggrapparsi ai sentimenti e di evitare che ci sfuggano dalle mani per la nostra incapacità di compiere atti tutto sommato ovvii?
“Mi ha chiesto il numero, ma non lo ricordo mai a memoria…
Voleva darmi il suo, ma non avevo lo smartphone con me…
Lo avevo lasciato in ufficio.”
Un incontro fortuito, una passione che potrebbe riaccendersi, il bacio, la promessa di ritrovarsi vanificata dall’incapacità di compiere quel passo in più, accade veramente nella realtà, l’autore non scrive nulla che non sia riscontrabile nel nostro quotidiano, e che lascia un retrogusto amaro indicibile.
Lasciarsi con un msg su WhatsApp, perdersi per aver dimenticato da qualche parte le nostre comodità, rinunciare senza un vero perché a vivere il fascino intramontabile della seconda occasione.
Non è l’amore di oggi ad essere diverso da quello di ieri, sono le nostre paure a renderci indifesi, prigionieri di noi stessi e dell’incapacità di comunicare che, paradossalmente, è aumentata in misura esponenziale in un’epoca in cui relazionarsi è diventato più immediato.
Oltre all’incomunicabilità e all’amarcord, affiora la solitudine di alcuni protagonisti, qualche sprazzo di luce nel rappresentare la precarietà di alcuni istanti felici e un pizzico di ironia che non guasta mai. Mi sono piaciuti tutti questi racconti lo dico senza riserve, in particolare Pit stop, Spaghetti all’assassina e Amore senza età.
Una nota di merito allo stile, ricco nei dettagli, visivo, vivido, che mi ha completamente ammaliata.
Amoreamaro è una lettura che mi permetto di consigliare, brevi e incisivi racconti che illuminano l’amore nelle sue tante sfumature restituendocene l’irrinunciabilità sullo sfondo di una Bari seducente e malinconica, direi carofigliana, protagonista al pari dei personaggi.

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