Alvaro Cherici – La setta di Wakam – DDE Editrice

La setta di Wakam. Durante il periodo natalizio nella Capitale torna l’incubo di uno o più serial killer. Una lunga serie di macabri ritrovamenti mette in allarme la squadra guidata dal vicequestore Franco Berruti, sempre coadiuvato (suo malgrado) dall’amico Massimo Alberti e dalla giovane “GioGiò”, Giorgia Lana, figura ormai nota all’opinione pubblica per un precedente fatto di cronaca nera. Un caso difficile, apparentemente inspiegabile: l’orrore e la dinamica dei delitti, infatti, affondano le proprie radici in un mondo molto distante dal nostro. Come spesso accade, sarà la casualità a portare Berruti e compagni sulla strada della verità. Con il ruolo di primo piano giocato dalla “biondina” Giorgia e l’ingresso della prorompente Dinka Daud, ispettore capo di origine somala, sono ancora una volta le donne, con il loro intuito, la loro sensibilità e la loro determinazione, ad essere il motore della storia, un po’ come nella vita di tutti i giorni.

RECENSIONE

Ritroviamo in questo terzo capitolo della serie che ha per protagonisti Massimo Alberti e Franco Berruti la stessa suspence, unita a una scrittura scorrevole che ci permette di leggere la storia in poco tempo. In questo caso gli omicidi sono  perpetrati da una setta legata a divinità pagane risalenti ai culti religiosi dell’America Latina e, anche questa volta, Giorgia sarà in serio pericolo.

La biondina sta crescendo con il progredire dei racconti raggiungendo una maggiore maturità. Si sta realizzando nel lavoro, ha una situazione familiare che la fa sentire sicura e amata, ha una nuova fiamma. Questa evoluzione porta ad una sicurezza interiore e all’assunzione di qualche rischio non da poco.

Contrariamente a Giorgia in questo racconto Massimo mi è sembrato il classico maschilista pantofolaio che oltre a un’amante vorrebbe una governante. Il giorno in cui uomini di tal fatta capiranno che sulle spalle delle donne il lavoro è doppio rispetto a quello maschile, forse e ripeto forse, si decideranno a rimboccarsi le maniche e a darsi da fare.

Non cambiano invece neanche in questa storia l’impulsività e l’incoscienza del nostro protagonista capace di mettere in serio pericolo lui e Giorgia. L’amore e l’affetto non giustificano i colpi di testa che possono mettere in pericolo la vita di chi amiamo.

Il giallo è il perno intorno al quale ruotano i personaggi è ben congegnato, rispetto ai racconti precedenti ci sono descrizioni dei delitti un po’ raccapriccianti ma sono plausibili considerando il contesto.

Il finale rispetto ai racconti precedenti ha una giusta conclusione per un mistero affascinante.

 

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