Io che ho amato il Magnifico – Annalisa Iadevaia – PubMe

 

Io che ho amato il Magnifico. Lucrezia Donati, durante un ricevimento a Palazzo Medici, incontra il giovanissimo Lorenzo. Tra i due nasce un amore complice, passionale e travolgente. Lucrezia e Lorenzo condividono l’amore per le arti e la conoscenza, sognano un futuro condiviso che possa accrescere ancor più i fasti di Firenze. Alla morte di Piero il Gottoso Lorenzo deve assumere il comando della banca, della famiglia e della città. Al suo fianco la madre, scaltra ed ambiziosa, impone una Orsini, questa unione accrescerà ancor più la rispettabilità dei Medici. Lorenzo responsabile del ruolo caduto sulle sue spalle non oppone resistenza, ma riuscirà a dimenticare la donna che da sempre ama? E Lucrezia potrà mai dimenticare di aver amato il Magnifico?

Recensione

Io che ho amato il Magnifico è incentrato su Lucrezia Donati, nobildonna del XV secolo, amante di Lorenzo de’Medici. Musa ispiratrice di Sandro Botticelli e dell’amor cortese di Lorenzo il Magnifico il quale le dedicò diversi versi nel Corinto. In una Firenze promotrice delle arti, Lucrezia conoscerà Lorenzo ad un Ballo e da questo preciso istante inizieranno le pene e le gioie del primo amore. Se pensate di conoscere la storia e il finale vi sbagliate, l’autrice presenta una Lucrezia poco incline ai canoni di virtù impostegli dalla società, un animo turbato che decide di non inchinarsi ai doveri di una nobildonna, al contrario dell’amante il “Magnifico” soggiogato dai doveri del suo status sociale. Un amore contrastato da diversi antagonisti tra cui Clarice Orsini, mostrata come un’astuta nemica incapace di indietreggiare davanti alle attenzioni che il marito riserva all’amante. La giovane autrice Annalisa Iadevaia affronta in Io che ho amato il Magnifico il primo amore che non si scorda mai. Scrittura leggera in grado di invogliare anche i meno appassionati di storia a proseguire la lettura grazie anche a una versione rinfrescata e moderna. Per quanto riguarda la struttura degli antagonisti, a mio dire, le descrizioni dovevano essere più corpose in quanto fra una pagina e l’altra i personaggi minori vengono a sbiadire. Si consiglia la lettura ai più giovani e agli amanti dei drammi amorosi, stanchi dei lieto fine.

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