Buongiorno lettori di Infinity Passions. Oggi ospitiamo nel nostro salottino Nicola Rocca autore del thriller Il seme del male per il Blog Tour omonimo organizzato da @flavia’s_diary. La recensione del romanzo uscirà prossimamente sul blog

1. Ciao Nicola, vuoi parlare un po’ di te ai nostri lettori affinché possano conoscerti meglio?

Buongiorno a tutti. E grazie per avermi invitato a fare quattro chiacchiere con te e con il tuo blog.
Sono Nicola Rocca e, nonostante sia nato nel 1982 (
Cristo, quanto tempo è passato!), mi sento ancora un adolescente.
Vivo in un piccolo paese dell’Isola bergamasca e scribacchio storie dall’età di venticinque anni.

I primi tempi, ricordo, dovevo piangere miseria e pregare amici e parenti affinché leggessero i miei scritti.

Poi, a poco a poco, la ruota della vita ha iniziato a girare anche dalla mia parte e da qualche anno vivo di scrittura.

2. Hai scritto molti thriller, sei un appassionato del genere? Quali sono gli autori che consideri dei punti di riferimento?

Ho scoperto il genere thriller all’età di dodici anni, dopo avere visto per puro caso “Profondo rosso”, il capolavoro di Dario Argento. Da quel momento, non mi sono più fermato: ho cercato in continuazione film che suscitassero in me le stesse emozioni procurate da “Profondo rosso”.

Quando ho scoperto il piacere per la lettura, oltre quindici anni fa, ho iniziato a fare la stessa cosa con i libri.

Per rispondere alla tua domanda, i miei riferimenti sono: Jeffery Deaver, Giorgio Faletti, Donato Carrisi, Wulf Dorn, Franck Thilliez, Joël Dicker. Comunque, sono sempre alla spasmodica ricerca di nuovi autori e nuove storie da scorpire. E nelle quali immergermi.



3. Ne Il seme del male viene trattata una tematica alla base dei crimini decisamente attuale. Perché questa scelta e come ti sei documentato per poterla utilizzare nel romanzo?

Non è il primo romanzo in cui parlo di quell’argomento. Anzi, sono solito trattare sempre tematiche piuttosto forti e attuali. Lo faccio perché amo rendere le mie storie molto vicine alla realtà, oltre al fatto che sono affascinato da questi temi.

La documentazione è alla base del mio lavoro. Leggo articoli, fatti di cronaca, romanzi thriller e libri di psicologia. E chiedo spesso supporto a psicologi, psichiatri e medici, i quali mi forniscono sempre le informazioni delle quali necessito.

4. Il commissario Pablo sopravvive a un grande dolore e il lavoro è il suo rifugio dai ricordi che lo lacerano. È una figura interessante. Ci potrebbe essere la possibilità di ritrovarlo in un prossimo romanzo?

Il commissario Pablo incarna la personalità di tutte le persone che hanno la fortuna di avere una passione nella quale rifugiarsi. Una passione che rende sopportabile il lato oscuro della vita.

Mentre scrivevo “Il seme del male”, non pensavo a un possibile seguito, in quanto avevo dato maggiore importanza alla trama. Ora, però, mi rendo conto che Pablo ha qualche potenzialità per poter rivivere in altri romanzi. Una porta la tengo aperta. E chi vivrà… leggerà!

5. Caratterizzare i personaggi rendendoli persone reali è uno degli aspetti più interessanti in un romanzo in generale e in un thriller in particolare. 
Come ti approcci a questo processo creativo?

Per mia fortuna, questo tipo di lavoro di definizione mi risulta piuttosto semplice. O meglio, automatico, senza troppo sforzo. Ciò che cerco di fare è calarmi in ogni personaggio e ragionare come ragionerebbe lui. Un po’ come fanno gli attori quando interpretano la parte in un film.

Do molto spazio all’aspetto psicologico, tralasciando talvolta quelli fisici, che amio avviso sono meno importanti.

6. Sono curiosa e mi piacerebbe sapere se chi commette l’omicidio è stato scelto prima di iniziare a scrivere il romanzo o si è svelato pian piano durante la stesura.

Questa particolarità varia da romanzo a romanzo, da storia a storia. A volte, la trama è così chiara nella mia mente che è già tutto definito. Altre volte, invece, come nel caso de “Il seme del male”, l’assassino è emerso a poco a poco, durante la stesura.

Ogni tanto, non soltanto creo i colpi di scena, ma li subisco in prima persona.

E talvolta ne rimango pure stupito.

7. Quali sono i tuoi progetti futuri? Puoi darci un’anticipazione?

Ho così tante storie nel cassetto (nel senso che sono già scritte), che sono certo potrei far impazzire i miei lettori.

Si tratta di romanzi appartenenti alle serie del commissario Walker e dello scrittore Roberto Marazzi, ma anche con personaggi nuovi.

Non vedo l’ora di condividerle con voi, ma ovviamente devo cadenzare in maniera opportuna le pubblicazioni.

8. Infine la classica domanda finale: quali sono i 5 libri che porteresti con te su un’isola deserta.

Sono certo che cinque libri non sarebbero sufficienti, pertanto mi astengo 🤪

/ 5
Grazie per aver votato!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *