Un giorno – David Nicholls – Beat

 

Un giorno. È l’ultimo giorno di università, e per due ragazzi sta finendo un’epoca. Emma e Dexter sono a letto insieme, nudi. Lui è alto, scuro di carnagione, bello, ricco. Lei ha i capelli rossi, fa di tutto per vestirsi male, adora le questioni di principio e i grandi ideali. Si sono appena laureati, l’indomani lasceranno l’università. È il 15 luglio 1988, e per la prima volta Emma e Dexter si amano e si dicono addio. Lui è destinato a una vita di viaggi, divertimenti, ricchezza, sempre consapevole dei suoi privilegi, delle sue possibilità economiche e sociali. Ad attendere Emma è invece un ristorante messicano nei quartieri nord di Londra, nachos e birra, una costante insicurezza fatta di pochi soldi e sogni irraggiungibili. Ma per loro il 15 luglio rimarrà sempre una data speciale. Ovunque si trovino, in qualunque cosa siano occupati, la scintilla di quella notte d’estate tornerà a brillare. Dove sarà Dexter, cosa starà combinando Emma? Per venti anni si terranno in contatto, e per un giorno saranno ancora assieme. Perché quando Emma e Dexter sono di nuovo vicini, quando chiacchierano e si corteggiano, raccontandosi i loro amori, i successi e i fallimenti, solo allora scoprono di sentirsi bene, di sentirsi migliori.

 

RECENSIONE

 

Uno di quei romanzi su cui esistono almeno due scuole di pensiero, per alcuni meló insopportabile e per altri lettura se non indimenticabile almeno da inserire fra quelle assolutamente gradevoli.
Paga, a mio modo di vedere, una trasposizione cinematografica decisamente non male ma che forse ha indugiato troppo largamente sui passaggi del romanzo più commoventi.
Che poi ad onor del vero non è neppure del tutto così, Anne Hathaway nel film non è lacrimevole, meno che mai sdolcinata, e se a volte il film scade nella retorica stile “preparate i fazzoletti” di Love Story (che è il primo che mi viene in mente ma ce ne sono a centinaia) non è di sicuro imputabile a lei.

La mia sensazione è che nel passaggio dal libro al film sia andato in qualche modo perso, forse per l’atavico problema di dover comprimere in due striminzite ore di pellicola quasi 500 pagine di romanzo, uno degli obiettivi primari di Nicholls ovvero raccontare la complessa generazione degli anni 80.
Perché poi, diciamolo, parlare degli anni 70 per uno scrittore è uno dei compiti più agevoli, anni in cui persino una scampagnata a Villa Pamphili con pizza bianca e mortadella profumava d’impegno civile e una dissertazione sulla Champions League (che allora si chiamava Coppa dei Campioni, e pensiamo a quanto romantico minimalismo fosse presente in questa definizione) finiva spesso per trasformarsi in un dibattito sociologico.

Gli 80 no, gli ottanta sono gli anni in cui il mondo era già stato cambiato, o meglio la generazione che doveva farlo era la precedente, adesso era sostanzialmente il momento di passare all’incasso, elevare il proprio status sociale, ma soprattutto divertirsi (le stesse droghe fondamentalmente usate come mezzo e non come fine).
Tutto questo nel romanzo è non solo presente ma, neppure troppo velatamente, prioritario.
Addirittura l’amicizia fra i due protagonisti Emma (nome letterario se ne esiste uno) e Dexter, che è peraltro sfacciatamente prevalente rispetto alla storia d’amore, risulta subordinata alla realizzazione delle rispettive aspettative di vita, peraltro antitetiche.
Entrambi hanno quasi paura che lasciandosi andare alla loro relazione finirebbero in qualche modo per soffocare l’uno le speranze dell’altro.

Non si può commentare un libro del genere senza tener conto della sua particolarissima struttura, c’è una data, il 15 luglio, nella quale i due protagonisti si amano per la prima volta e che resterà il punto di riferimento del romanzo.
Chiaramente Emma e Dexter non è che entrino in contatto solo un giorno l’anno però il 15 luglio dà il nome a tutti i capitoli… vabbè è complesso da spiegare, diciamo che si fa prima a leggerlo anche perché tra una citazione musicale ed un’altra cinematografica vola via che è una bellezza.

In definitiva io l’ho trovato gradevole, mai stucchevole, mai smielato, e contrariamente a quel che si potrebbe pensare, specie dopo aver visto il film, nel romanzo si sorride davvero molto come nella miglior tradizione della narrativa di genere (pur con tutti i distinguo del caso difficile non pensare a Hornby, Coe…).
Certo è arduo immaginare che un giorno troveremo Un giorno (e lo so Nicholls con questo titolo me l’ha servita su un piatto d’argento) nelle antologie scolastiche però credo sia anche giusto alternare un bel classico ad una lettura d’intrattenimento…insomma non si vive di solo filetto di maiale alla grappa con pere caramellate, a volte pure lo spezzatino in umido con patate può avere il suo perché.

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