Sanremo seconda e terza serata, le pagelle. Anche per queste serate il nostro collaboratore ha stilato una sua valutazione di alcuni degli artisti in gara.

Seconda serata Sanremo seconda e terza serata le pagelle

Sethu – 3
Canta Cause perse ed il titolo non poteva essere più propedeutico perché più perse della sua di cause ne vedo poche.
Ad un certo punto prende il chitarrista e sembra volergli dare una microfonata sul muso, al che io penso “Ecco che ora questo sbrocca come Blanco”.
Invece fortunatamente è un falso allarme.

Paola e Chiara – 3,5
Una reunion di cui francamente sentivamo tutti un bisogno quasi fisico.
La canzone è un brano da discoteca anni novanta che oggettivamente non si può ascoltare tanto che pure a loro ogni tanto viene da ridere.
Le cinture con i lucchetti e la coreografia con quei sei scappati di casa vestiti da ballerini suggella il tutto.
Insomma la reunion è andata, è tempo di tornare nel loculo.

Madame – 4
Alla fine non si è ben capito se avesse fatto i vaccini oppure no, intanto ha comunicato di aver preso il foglio rosa e la speranza è che almeno questo non sia taroccato come il green pass.
Della canzone che dire, parla di una prostituta che s’innamora di un cliente e almeno sul piano della trasgressione a Sanremo siamo posizionati bene.
Per il resto la trovo un’artista assai sopravvalutata, anche da se stessa, e quanto al look di stasera sebbene non improntato alla sobrietà meno peggio di tanti altri.

Articolo 31 – 4
A volte ritornano tutti e stavolta son tornati anche gli Articolo 31.
Tutto mi sarei aspettato nella vita tranne di vedere J-Ax nell’imitazione di Max Pezzali, la canzone è un po’ una sorta di mix fra Come mai e Gli anni.
La mise di J-Ax è la cosa più divertente seppure, presumo, involontaria, sembra Don Fanucci del Padrino parte seconda.

Tananai – 4
Qui si passa dalla trasgressione al neo classicismo, un lentaccio di quelli che avrebbe stonato pure ai tempi di Reality di Richard Sanderson.
E quel fiore appuntato sullo spezzato che buttato li così sembrava più una patacca.
E con Fedez che si è messo a fare le intemerate politiche la parola d’ordine doverosa mi sembra una sola:
Aridatece il tormentone La dolce vita…e pure con discreta sollecitudine.

Terza serata Sanremo seconda e terza serata le pagelle

Anna Oxa – 3
Per un attimo avevo sperato avesse dato un senso alla sua partecipazione festivaliera litigando con Madame e lanciandole addosso un bicchiere d’acqua (ma tutta la bottiglia le doveva eventualmente lanciare), poi invece si è scoperto fosse una fake news.
Per il resto confermo quanto detto la serata iniziale, brano anonimo, il testo era di Bianconi dei Baustelle ma tanto non si capiva una parola, e stasera pollice verso per un look da clochard fuori della stazione Termini… Ehhh, quando si comincia male.

Madame – 3,5
Continuo a dire che si tratta di una delle cantanti più sopravvalutate degli ultimi anni, e poi questo fatto del green pass taroccato proprio non lo mando giù.
Canzoncina orecchiabile ma niente di più e per giunta con un arrangiamento da discoteca di sest’ordine che già negli anni ottanta avrebbe avuto un sapore di già ascoltato.

Rosa Chemical – 4
Questo me lo ero perso nelle prime serate.
Da qualche parte ho letto che avrebbe dato scandalo ma sarà che noi boomer che abbiamo vissuto il primissimo Renato Zero per scandalizzarci ce ne vuole.
E ho letto anche questo brano spaccherà nelle radio nei prossimi mesi, ma perché ancora c’è chi ascolta le canzoni alla radio?
E poi noi saremmo i boomer?

Shari – 4
Inizialmente pensavo stesse cantando in corsivo scimmiottando la tizia che imperversava tempo fa su YouTube.
Il passaggio del testo che ho compreso meglio è stato quello dove canta “mentre stappo ‘sta birra”…ed in tutta sincerità ho pensato ne avesse stappata più d’una prima di cantare.
Look in linea con la media Sanremese del tipo “questo me lo metto per andare a prendere due pizze a portar via”, vestito in vernice rosso e zeppe dello stesso colore, peccato che camminasse trascinando i piedi…di Levante ce n’è una sola.

Lazza – 5
Pure lui me lo ero perso nelle prime serate, devo dire che a fronte di un primo impatto in cui continuavo a chiedermi da quale porta di servizio fosse riuscito a penetrare dentro il teatro Ariston la canzone potrebbe riscuotere un certo successo perché si tratta di un rap più commestibile rispetto a tanti altri.
Chiaro poi che se lo inserisci in un contesto più generale un pezzo simile non lo vorresti neppure come suoneria di ricambio.

Ultimo – 5
Un altro di quelli che bisognerebbe conoscere il nome del parrucchiere per organizzare un sit in di protesta davanti al negozio.
Ultimo deve avere un feeling particolare con quelli che votano attraverso i telefonini perché dopo la prima sera si trovava a metà classifica e improvvisamente ieri ce lo siamo ritrovati secondo.
Nulla da dire per carità, i gusti sono gusti, personalmente il pezzo mi è sembrato più insulso di un’insalata iceberg in busta impiattata senza olio né aceto ma per fortuna di Ultimo non faccio parte della giuria.

Mr.Rain – 5
Premessa:
Questo pezzo se presentato allo Zecchino d’oro avrebbe letteralmente spaccato, figuriamoci titolo Supereroi col coretto dei bambini similantoniano e per giunta vestiti da angeli con un’ala soltanto.
Ma piccolo dettaglio siamo al Festival della canzone italiana, qualcuno glielo spieghi prima di sabato possibilmente.

Mara Sattei – 6
Cresce nel look, nell’interpretazione, anche il pezzo si fa via via più orecchiabile, certo c’è quel dettaglio per cui il testo di una canzone si dovrebbe anche capire e lei molte parole se le mangia letteralmente, peccato.
Accontentiamoci di sapere che dietro la cantante estiva da tormentoni che balla il twist c’è di più.

Gianluca Grignani – 7
Canta un pezzo complicatissimo che si avvale di un arrangiamento bellissimo, sbaglia l’attacco, chiede di ricominciare, si prende lui la colpa e giustifica la reazione di Blanco aggiungendo che lui ha imparato a 50 anni come si fa.
In un paese come il nostro, dove nessuno riconosce un errore, da lodare senza se e senza ma.a

Leo Gassman – 7
Uno legge Gassman e pensa al classico raccomandato buttato sul palco con la spintarella del padre.
E invece niente di tutto ciò, solo pensieri positivi.
La canzone è orecchiabilissima, di quelle che le canti due minuti dopo averle ascoltate, lui ha una bella voce, è simpatico e non se la tira (alla fine poco ci mancava ringraziasse pure i magazzinieri) ed è anche un bel ragazzo…ma insomma, voglio dire, un Gassman brutto non credo si veda dal 1850.

Maneskin – 7,5
Solo per aver sdoganato il rock a Sanremo meriterebbero un plauso, certo si tratta di un rock ampiamente derivativo, diciamolo l’outfit della bassista Vittoria con body e calze strappate è stato il passaggio più innovativo dell’intera esibizione impreziosita peraltro dalla performance del chitarrista dei Rage Against The Machine Tom Morello… Gianni Morandi ha fatto un selfie con i Maneskin senza neppure taggarlo e vabbè può capitare.

Sanremo seconda e terza serata le pagelle

MASSY

 

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