Momento critiico – Paolo La Paglia – Nua Edizioni

 

Momento critico. Una strada piatta e assolata dell’Arkansas. Un uomo con un occhio solo entra in una caffetteria sulla statale 530 e uccide asangue freddo uno dei clienti, apparentemente senza motivo. Da quel momento, comincia un turbinio di orrore che sembra non avere fine. A fronteggiare questa emergenza viene chiamato Victor Mc Allister, negoziatore dell’ F.B.I. che sta vivendo una crisi interiore. Ma i fantasmi del suo passato dovranno essere messi da parte, perché si renderà presto conto di essere di fronte alla negoziazione più difficile della sua carriera.

RECENSIONE

Solido thriller Momento critico, di quelli che puntano molto su un crescendo di tensione per cui il lettore nel momento in cui si trova coinvolto non può, e soprattutto non vuole, mollare la presa.
Il protagonista è un negoziatore, abituati come siamo ai film americani abbiamo sempre visto il negoziatore come una figura psicologicamente forte, capace come pochi di entrare nella testa dei criminali ben sapendo di essere obbligato a trovarsi sempre un passo avanti a loro, e soprattutto in grado di tenere a bada i fantasmi del passato dovendo svolgere una professione talmente delicata che qualsiasi sua esitazione rischierebbe di mettere in pericolo la vita di persona innocenti.
Ma Victor Mc Allister stavolta si trova di fronte ad una negoziazione complessa, man mano che conoscerà meglio Joshua, la persona che ha di fronte, verrà assalito dai dubbi, il concetto stesso di giustizia sarà posto in discussione perché a volte la veste in cui si presenta il male è talmente irricevibile che siamo quasi costretti a chiederci se le pene detentive siano un deterrente sufficiente .
Momento critico è un romanzo forte, non agevole da metabolizzare, ed è giusto porsi delle domande, non nego di averlo fatto anch’io, tuttavia non dovremmo mai superare quella linea di demarcazione che separa la giustizia dalla criminalità e, sul filo dell’empatia che riescono a suscitarci i protagonisti, giustificarne le azioni.
Se è vero che ogni romanzo in qualche misura porta con sé una morale mai come in questo caso separerei il giudizio sul romanzo, che ho trovato pregevole sotto ogni profilo, per stile, struttura a più piani temporali, capacità di avvolgere il lettore nelle sue spire, da quello su un epilogo nei riguardi del quale ci sarebbe probabilmente da discutere molto.
Ma è anche, se vogliamo, il bello della narrativa, creare elementi di discussione, e come in questo caso stabilire se davvero il male, quando si spinge troppo in profondità, giustifichi un passo indietro da parte della giustizia per lasciare campo libero alla legge del taglione.
Personalmente è uno step che faccio fatica a superare, di qui il distinguo fra l’indubbio valore del romanzo ed il significato morale.
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