La vedova Couderc. Un giovane ricco esce di prigione, non sa dove andare: si ritrova a convivere con una matura vedova in una casa di campagna lungo un canale. E’ un rifugio, la promessa di una stasi biologica, di un auspicato torpore della mente. Ma altre donne interverranno a turbare quel precario equilibrio. Si scatena un inferno provinciale e insieme si accende l’occasione demoniaca per tornare al delitto.
RECENSIONE
Si parla di letteratura con la L maiuscola, ma di letteratura essenziale perché questo balza subito agli occhi, finanche ad un lettore di Simenon dell’ultim’ora come posso indegnamente definirmi.
Tornando al libro anche in questo caso come ne La mano (sono giunto in poche settimane al mio secondo Simenon e ci tengo a sottolinearlo con malcelata soddisfazione) larghissimo spazio alla psicologia dei personaggi.
Ci si chiede come riesca lo scrittore a calamitare così ferocemente l’attenzione del lettore riducendo all’essenziale persino la descrizione dei paesaggi, potremmo sostenere che uno dei punti di forza de La vedova Couderc risieda anche nel potere di attrazione esercitato dalla superba raffigurazione di una vita di campagna in cui le aspettative sono ridotte al minimo così come le necessità.
Aleggia, quasi se ne avverte il profumo, l’evento che cambierà le carte in tavola e che appare inevitabile fin dalla più o meno contemporanea comparsa sulla scena di Jean e della vedova Couderc.
L’incipit indimenticabile, il gioco di sguardi, i pensieri nascosti e quelli espressi, varrebbero, e abbondantemente, la lettura.
La parola d’ordine pare appunto essere essenzialità, semplicità, chi si aspetta i botti di Capodanno è nel posto sbagliato, tutto ciò che accade sembra accadere per inerzia, o per destino se si preferisce.¿
Quattro stelle e mezzo a voler essere severi nel commento, ogni pagina di questo libro è un immaginario colpo di pennello, difficile capire dove si finisca di leggere e s’inizi invece ad osservare.
Non si tratta neppure di consigliarne o meno la lettura, mentirei se affermassi che le 167 pagine della vedova Couderc possano cambiare la vita a qualcuno, però è breve, lo scrittore è una garanzia, non si vede l’ora di sapere come va a finire, insomma io una chance gliela darei😀