Dio liberato – Marcello Fanfoni – Robin Edizioni

Dio liberato. Bianca è una ragazza timida e introversa che frequenta il liceo Pindaro a Milano; la sua vita viene completamente stravolta quando, un mattino, si imbatte nella visione di una splendida, ultraterrena signora in bianco. Tra amori non corrisposti, prostitute, matrimoni falliti, divinità egizie e greche, una città-bordello per suicidi e viaggi oltremondani, la sua quotidiana esistenza e quella di Serena, Enrico, Martino e Milena verrà trascinata in un vortice di grottesche e sconvolgenti avventure di cui soltanto Dio in persona potrà sancire il surreale, catartico epilogo.

RECENSIONE

Non nascondo che la lettura di questo interessante ed originale romanzo di Marcello Fanfoni mi ha destabilizzata non poco durante la lettura. Sono molti i temi affrontati con una scrittura che tende alla leggerezza. Non fraintendetemi, in questo romanzo non c’è niente di leggero nel senso di banale, piuttosto c’è la maestria di un autore che con uno stile elegante e colto, riesce ad affrontare tematiche importanti ma senza appesantimenti stilistici e paroloni che annoierebbero.

Considerando che questa è la prima opera narrativa dell’autore che ha alle spalle dei saggi, non posso far altro che plaudere per questo esordio folgorante.  Ciò che appare subito evidente è il grande amore che Fanfoni ha nei confronti della cultura russa e di Puskin in particolare, oltre ad una passione per la musica e i compositori del 700. A tal proposito ho trovato interessantissima la spiegazione sulla morte di Mozart e sui motivi ed autori del delitto che non fu Salieri come tutti sappiamo.

I culti dell’antico Egitto e il paganesimo in contrapposizione al cristianesimo, e cattolicesimo nello specifico, permeano una storia in cui  appare palese che la tradizione religiosa è così radicata da privare l’umanità della giusta ratio per comprendere che non sempre tutto quello in cui crede si può dimostrare.

Dio liberato è un ode alla sessualità, un microcosmo in cui gli uomini e le donne vengono spinti dalle loro passioni pur continuando ad interpretare il ruolo che la società ha loro affidato, ma centrale in tutto il romanzo è la libertà, ossia l’essere se stessi senza condizionamenti e pregiudizi.

 

 

La visione che appare a Bianca nel cortile del liceo Pindaro e porta i presenti a credere in un miracolo spiazza il lettore, che rimane sorpreso da questo avvenimento che è il cardine su cui viene trattato il tema della religione e di come questa sia diventata un evento mediatico basato sul culto delle immagini, delle icone a discapito di quella che dovrebbe essere la dimensione spirituale.

Non nascondo che la dissacrazione religiosa che caratterizza tutto il romanzo mi ha trovata concorde solo per alcuni elementi, non ho apprezzato il finale che per me è decisamente blasfemo.

Questo romanzo quindi è un atto di liberazione nei confronti di quei lacci che legano l’uomo riguardo la religione e l’eros, la possibilità di poter vivere e decidere la propria esistenza senza condizionamenti esterni. Anche la morte può essere il gesto liberatorio da una vita ormai ritenuta impossibile da vivere, un’eutanasia volontaria a cui si sottopone volentieri un protagonista dopo aver soddisfatto tutti i propri piaceri in un paradiso terrestre.

Dio liberato, in conclusione, è un’opera che si può discutere molto perchè controversa e impegnativa, è  un messaggio di ribellione nei confronti dell’omologazione e delle catene che ci imprigionano in un falso moralismo e perbenismo che hanno costruito il culto della repulsione nei confronti della nudità e del sesso.

 

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