Il coraggio di amarti – Mimi Costalunga – Self Published

 

 

Il coraggio di amarti. Lui è l’assistente domiciliare, lei è la sorella del disabile. Lui è generoso, vivace, ottimista. Lei è cinica, disillusa, pungente. Lei scappa, ne è attratta, si ritrae e ritorna sui suoi passi, fino a che le dighe che ha eretto si disintegrano e solo lui è in grado di riattaccare i pezzi rotti. Ma c’è qualcosa che lui ha omesso di dirle, e che rischia di mandare nuovamente tutto in frantumi.

RECENSIONE

Il primo commento che mi sorge spontaneo ripensando a questo romanzo è: wow!

Ero partita con aspettative normali rispetto alla trama, che si prospettava molto interessante e originale fin da subito – anche perché non avevo mai letto di una disabilità così grave, e soprattutto non in un contesto romance – ma, avendo letti diversi libri rosa, avevo il timore che non mi emozionasse essendo così “navigata” nel genere.

E invece…

“Il coraggio di amarti” mi ha davvero sconvolta, e in positivo.

Ci sono innumerevoli aspetti che lo rendono un romanzo davvero unico, come ne avevo visti pochissimi prima d’ora.

Giulia e Marco sono complessi, entrambi con un passato difficile che, se con la protagonista femminile risulta evidente fin da subito, con il personaggio maschile è giunto inaspettato e mi ha davvero straziata. Marco ha sofferto molto, ma ha trasformato questo dolore in un’energia bella e luminosa, che si nota fin dal primo istante in cui lo conosciamo. Ha una positività che rimane incollata sulla pelle del lettore, una dolcezza e un modo di prendersi cura degli altri che denotano una profondità d’animo incredibile. Lo stesso lavoro che ha scelto, l’infermiere, viene svolto da parte sua con una dedizione e una cura che vediamo innanzitutto nei confronti di Giacomo, il fratello di Giulia, e che colpiscono moltissimo, perché si vede il cuore e la buona volontà che dovrebbero essere proprie di questo mestiere (e che, come purtroppo sappiamo, nella realtà non sempre lo sono).

L’ho amato perché ritengo sia un personaggio davvero forte, che ha avuto il coraggio di rialzarsi e di cambiare, fronteggiando un passato difficile e trasformandolo, cambiandolo, per renderlo positivo e di insegnamento per il suo modo di vivere e concepire la vita.

E Giulia.

Giulia è uno dei personaggi più intricati di cui abbia mai letto, ma una parte di me l’ha capita fin da subito. Il suo dolore è grande quanto quello di Marco, ma ne siamo coscienti fin da quasi subito, anche se nel corso della narrazione ci diventa sempre più chiaro quanto sia profonda la sua sofferenza e quanto sia difficile per lei superare la barriera che ha eretto nei confronti del mondo. D’altronde, con quanta facilità giudicheremmo male una persona all’apparenza gelida, incostante, poco o nulla interessata al fratello disabile, sempre acida? Con quanta facilità penseremmo “ma non si rende conto delle difficoltà che ha Giacomo? Come può essere così senza cuore?”?

E invece, quelli senza cuore e superficiali saremmo noi, noi che tendiamo sempre a dare giudizi senza prima conoscere la storia per intero.

Immaginatevi di essere nati sapendo, fin da bambini, che il vostro unico scopo sarà prendervi cura di un fratello malato, per tutta la vita. Immaginatevi di essere privati dell’affetto di vostra madre attenta solo al primogenito, ma mai premurosa nei vostri confronti. Voi, che siete i secondi figli e che non solo sapete che verrete sempre dopo, perché vostro fratello ha problemi più gravi e venite rimproverati di essere egoisti a volere semplicemente un po’ di attenzione e amore davanti a una malattia così grande, ma che sapete anche di essere stati creati SOLO perché un giorno qualcuno dovrà occuparsi di lui, quando vostra madre non ci sarà più e vi lascerà i suoi averi solamente se vostro fratello continuerà a vivere con voi fisicamente (quindi senza nemmeno la possibilità di affidarlo a una casa specializzata nella sua cura). Questa è la vita di Giulia.

E vista da questa prospettiva, risulta molto più facile capire perché ha imparato a mascherarsi, a proteggersi dal mondo, un mondo che le ha insegnato, sbagliando, che lei esiste solo in funzione della vita di Giacomo. Quando, durante l’adolescenza, aveva una cotta per qualcuno, le veniva puntualmente ricordato che chiunque fosse stato con lei avrebbe dovuto necessariamente accettare anche il fratello, e quando poi è diventata adulta il destino è stato così crudele da farle incontrare un fidanzato che, nel momento in cui le cose si sono complicate, l’ha lasciata sola.

Perché un conto è dire di essere pronti a rimanere accanto anche nelle difficoltà, un altro è avere il coraggio di farlo davvero.

Un altro personaggio che merita una menzione è assolutamente Angelica. La conosciamo pensando sia secondaria nella storia, solo una nuova collega dell’ufficio, e invece diventerà importantissima, la prima vera amica di Giulia, una giovane donna capace di andare oltre le apparenze, oltre l’apparente freddezza della protagonista che nasconde molto altro. Raccontare di un’amicizia così, soprattutto fra due donne, trovo sia molto importante, perché troppo spesso vediamo il genere femminile come in perenne competizione quando in realtà esistono le vere amicizie, e a questa è stato dato il giusto spazio, oltre ad averla costruita con i giusti tempi, proprio come la relazione fra Marco e Giulia. Era facile cadere nella tentazione di affrettare il loro avvicinamento; invece, Mimi l’ha sviluppato in modo assolutamente perfetto. È uno slow burn magistrale, che davvero tiene conto del tempo che una persona coi traumi e la psicologia di Giulia impiegherebbe per aprirsi così tanto ad uno sconosciuto e all’amore.

Le tematiche di Il coraggio di amarti sono veramente profonde e nel momento in cui Giulia e Marco litigano e si separano, anche se momentaneamente, ho sofferto molto ma ho capito e sentito il dolore di entrambi. Ho compreso i timori di Marco, la ragione per cui non abbia detto alcune cose fin da subito, anche se non in cattiva fede. Ma ammetto di aver empatizzato maggiormente con Giulia, con un dolore che, dopo tutta una vita passata a combattere, a vivere un fragilissimo equilibrio, a convivere con diverse conseguenze date dall’essere sempre seconda rispetto a Giacomo, infine divampa come un incendio e rischia di annientarla.

Ed è qui che ha due scelte: lasciarsi sopraffare o superare il dolore e rialzarsi forte come non mai.

Il finale è stato perfetto perché racchiude tutti i messaggi che volevo e che erano necessari: si può dare amore solo quando si è in grado di amare se stessi, in primo luogo, quando si guarisce o almeno si comincia a curare le nostre ferite più profonde, perché solo in questo modo possiamo instaurare una relazione sana con un’altra persona che ha un altro vissuto, un’altra interiorità, e che non può e non deve farsi carico della nostra. Può avere però il coraggio di tenderci la mano, di starci accanto e di amarci, così come siamo: imperfetti, ma mai disposti a mollare.

Questo libro mi ha colpita tantissimo e mi complimento davvero con Mimi perché ha saputo creare una storia romance veramente originale, scritta in maniera scorrevole, ma soprattutto che tratta anche tematiche difficili, senza mai cadere nel banale. Lo consiglio sia se amate il genere sia se vi state approcciando per la prima volta al romance perché è la dimostrazione che anche i libri rosa, se ben scritti, possono essere tutt’altro che superficiali e anzi, possono farci riflettere sulla vita e su situazioni che mai avremmo considerato prima.

/ 5
Grazie per aver votato!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *