Fabbricante di lacrime – Erin Doom – Salani

 

Fabbricante di lacrime. Tra le mura del Grave, l’orfanotrofio in cui Nica è cresciuta, si raccontano da sempre storie e leggende a lume di candela. La più famosa è quella del fabbricante di lacrime, un misterioso artigiano dagli occhi chiari come il vetro, colpevole di aver forgiato tutte le paure e le angosce che abitano il cuore degli uomini. Ma a diciassette anni per Nica è giunto il momento di lasciarsi alle spalle le favole tetre dell’infanzia. Il suo sogno più grande, infatti, sta per avverarsi. I coniugi Milligan hanno avviatole pratiche per l’adozione e sono pronti a donarle la famiglia che ha sempre desiderato.

 

 

Nella nuova casa, però, Nica non è da sola. Insieme a lei viene portato via dal Grave anche Rigel, un orfano inquieto e misterioso, l’ultima persona al mondo che Nica desidererebbe come fratello adottivo. Rigel è intelligente, scaltro, suona il pianoforte come un demone incantatore ed è dotato di una bellezza in grado di ammaliare, ma il suo aspetto angelico cela un’indole oscura. Anche se Nica e Rigel sono uniti da un passato comune di dolore e privazioni, la convivenza tra loro sembra impossibile. Soprattutto quando la leggenda torna a insinuarsi nelle loro vite e il fabbricante di lacrime si fa improvvisamente reale, sempre più vicino. Eppure Nica, dolce e coraggiosa, è disposta a tutto per difendere il suo sogno, perché solo se avrà il coraggio di affrontare gli incubi che la tormentano, potrà librarsi finalmente libera come la farfalla di cui porta il nome.

Recensione

La sfida di uno Young Adult per chi non è più giovanissimo come il sottoscritto è notevole, però se ne può venir fuori non dico vincitori ma almeno pari e patta.
La prima cosa che balza agli occhi in Fabbricante di lacrime è la presenza di citazioni ad ogni inizio capitolo, ormai è un po’ una moda che va al di là dei generi letterari e la trovo fondamentalmente inoffensiva nel senso che non si è obbligati a leggerle, si leggono i romanzi in verticale cosa sarà mai saltare una citazione?
C’è da dire che qui si va saltabeccando con grande nonchalance da Paulo Coelho a Friedrich Nietzsche, da William Shakespeare a Courtney Love a…Erin Doom, ebbene si le autocitazioni che non sono esattamente un manifesto di modestia ma c’è decisamente di peggio nella vita.
Va riconosciuto, Fabbricante di lacrime è un libro onesto che mantiene ampiamente ciò che promette nel titolo ovvero piangere.
Insomma si piange, quanto attiene alla sensibilità di ognuno, dovendo quantificare impiegando come unità di misura i Kleenex direi due pacchetti, forse tre.
L’autrice ce la mette davvero tutta per riuscire nell’intento utilizzando gli escamotage più classici tra quelli adatti alla bisogna, intanto i due protagonisti principali provengono dall’orfanotrofio e si sa che niente suscita commozione nella narrativa, ma anche nel cinema ad esempio, quanto gli orfani (pensiamo a Jane Eyre, Le regole della casa del sidro, ecc.).
E poi sapientemente, pur essendo all’esordio, decide di andare ancor più sul sicuro con temi che da sempre calamitano l’attenzione dei lettori, specie giovanissimi, l’amore apparentemente impossibile, il ragazzo bello e maledetto, la ragazza abbandonata dai genitori che sogna una famiglia vera.
Ingredienti che se ben dosati garantiscono il successo ma solo in teoria perché poi bisogna essere bravi a partire da Wattpad e diventare bestseller in libreria passando per il tam tam di tik tok. Se fosse semplice smetteremmo tutti di lavorare e diventeremmo scrittori mentre invece la triste realtà è che la maggior parte degli aspiranti scrittori è costretta a lavorare per vivere.
Allora onore e merito a chi in un mare magnum di proposte è riuscita ad emergere dimostrando di avere qualcosa in più. Poi si può discutere sul fatto che quasi settecento pagine siano eccessive nonché propedeutiche alla ripetitività (e pensare che una delle protagoniste del romanzo fa la fioraia, possibile che a nessuno della casa editrice sia venuto in mente di lavorare un po’ di cesoia?), che la favola del titolo sarà pure originale ma alla fine mi sono ritrovato a chiedere: ma la morale qual è?
Infine una curiosità, da profano più che altro, ma i cerotti colorati dove si trovano?
E soprattutto, sono veramente cosi taumaturgici?
/ 5
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