Aquitania – Eva Garcia Saenz de Urturi – Piemme

Recensione a cura di Valeria Lorusso

Aquitania. È il 1137 quando Eleonora, figlia del duca d’Aquitania, ritrova la propria voce. Il suo silenzio era iniziato cinque anni prima, il giorno in cui, ancora bambina, aveva subito un indicibile oltraggio. Ma ora non può più tacere: suo padre Guglielmo è stato assassinato a Compostela. Di lui non è rimasto che un corpo scempiato, la pelle di uno strano colore blu. E lei, a tredici anni, è la duchessa d’Aquitania, di quella terra prospera che le ha dato la vita ma che le toglierà tanto, persino il suo vero amore. Perché per Eleonora non c’è più tempo per pensare ai propri desideri. Ora la sua unica missione è vendicare l’assassinio del padre e, al tempo stesso, proteggere la sua terra dalle mire del re di Francia, Luigi VI. Convinta che dietro la morte di Guglielmo ci sia proprio il re, accetta di sposarne il figlio, il fragile Luigi VII, così da poter accedere a corte e, insieme alle sue fedeli spie, i “gatti aquitani”, indagare da una posizione privilegiata. Ma quando anche il sovrano francese muore in circostanze simili a quelle di suo padre, Eleonora capisce che dietro quegli omicidi c’è molto di più, una verità che arriva dal passato, da sempre custodita da una figura rimasta nell’ombra… Tra battaglie, passioni, vendette e segreti, la storia di una donna forgiata dalla sofferenza, protagonista di un secolo dalle cui ceneri sorgerà la futura Europa.

RECENSIONE

Ho avuto modo di approfondire la figura di Eleonora d’Aquitania negli ultimi mesi e ho apprezzato nello studio della sua figura delle caratteristiche che la resero unica e, sicuramente a detta degli storici, una delle donne più importanti del Medioevo, se non la più rilevante. 

In questo romanzo viene narrata una parte della sua vita, quella che va dalla morte del padre a dopo il ritorno dalla II Crociata. Durante la narrazione in cui la voce di Eleonora si alterna a quella del marito Luigi VII, viene raccontata la storia di un fanciullo che si scoprirà avere un ruolo di primo piano nella vicenda. 

Eleonora d’Aquitania

Infatti in questo romanzo alle vicende storiche note si alterna un giallo riguardante le morti di Guglielmo padre di Eleonora e di Luigi VI di Francia morti, secondo il romanzo, entrambi avvelenati. Queste due morti avranno un ruolo importante durante la narrazione e saranno il pretesto per conoscere e apprezzare ancora di più il carattere volitivo di Eleonora che unì al titolo di duchessa d’Aquitania e regina di Francia la capacità di comprendere che se voleva avere la giusta considerazione per il ruolo che occupava doveva fingersi sottomessa e muoversi abilmente usando le chiavi giuste.

Quindi una donna intelligente, colta, amante del lusso, che a Parigi si ritrova in una corte buia, fredda, povera e dovrà faticare per farsi accettare, non riuscendoci mai completamente. 

Luigi VII non eccelse certo come sovrano, un uomo dal carattere fragile, non portato per il governo del regno, aspirava ad una vita religiosa e di studio, si ritrovò suo malgrado a ricoprire un ruolo che non voleva, Nel romanzo l’autrice riesce a ricreare perfettamente il personaggio così come la storia ce lo tramanda senza abbellimenti per fini narrativi

La ricostruzione storica degli avvenimenti è precisa ed accurata sia per quanto riguarda la cronologia storica che per le descrizioni di quelli che erano gli usi e i costumi dell’epoca. Anche il “giallo” è così ben congegnato da risultare storicamente attendibile, tanto che mi sono chiesta se le cose non fossero andate davvero così.

Tra avvelenamenti, intrighi, vendette, l’attenzione rimane desta, soprattutto nella parte finale. Qualche rallentamento del ritmo lo si ha nella parte centrale della storia. Peccato che il romanzo riguardi solo una piccola parte della vita di Eleonora, mi sarebbe piaciuto scoprire come l’autrice avrebbe impostato la sua vita come regina d’Inghilterra.

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