Shirley – Susan Scarf Merrell – Nua Edizioni

Shirley. Al centro di questo avvincente romanzo troviamo due importanti figure del panorama letterario: la celebre Shirley Jackson, nota per il racconto La lotteria e per i romanzi L’incubo di Hill House e Abbiamo sempre vissuto nel castello, e suo marito, Stanley Edgar Hyman, critico letterario e professore del Bennington College. Quando un giovane dottorando e sua moglie incinta – Fred e Rose Nemser –, si trasferiscono a casa di Shirley e Stanley nell’autunno del 1964, non tardano a cadere preda del magnetico incantesimo esercitato dai loro ospiti brillanti e anticonformisti.

Mentre Fred è assorbito dai suoi impegni di insegnante, Rose stringe un’improbabile e turbolenta amicizia con l’enigmatica e imprevedibile Shirley. Incuriosita dall’esplosivo matrimonio degli Hyman e inesplicabilmente attratta dall’autrice, Rose intuisce comunque che qualcosa non va… qualcosa che ha a che fare con misteriose chiamate notturne e con l’inspiegabile scomparsa di una delle studentesse del campus. Denso di atmosfera e del fascino sinistro delle opere dell’autrice stessa, Shirley è un’ elegante thriller che ruota intorno a una delle più grandi autrici horror americane.

Recensione

La Shirley del titolo non è un personaggio di poco conto, si tratta infatti di Shirley Jackson scrittrice attiva dalla fine degli anni 40 alla metà dei 60 (morì nel 1965). La sua notevole influenza è certificata dal fatto di essere considerata (da lui stesso) una sorta di musa ispiratrice di Stephen King.
Soprattutto l’ambientazione nella provincia americana che sotto una sottile patina di serenità e perbenismo nascondeva molto spesso le peggiori nefandezze, è un indubbio punto di collegamento non soltanto fra lei e King ma fra lei e tanta narrativa statunitense che ancora oggi continua a prediligere queste tematiche.
Detto ciò l’interessante romanzo di Susan Scarf Merrell si configura principalmente come un omaggio alla Jackson ma l’autrice non può fare a meno di prendere anche lei di mira la provincia americana, con tutto il suo carico di affettazione, ipocrisia, sempre pronta a giudicare, ad esprimere pareri tranchant sulle persone senza nemmeno preoccuparsi di conoscerle un po’ più approfonditamente.
L’omaggio di Susan Scarf Merrell alla Jackson è palpabile per tutta la durata del romanzo, si tratta di una sorta di dichiarazione d’amore per certi versi unilaterale (e non aggiungo altro per non spoilerare troppo).
Nondimeno è impossibile commentare Shirley senza soffermarsi sull’altra figura fondamentale del libro ovvero il marito Stanley Edgar Hyman, sul loro rapporto certamente complicato, fatto di scontri anche feroci, ma basato comunque su un grande rispetto intellettuale.
Hyman nella realtà sopravvisse cinque anni alla Jackson, si risposò con una donna molto più giovane (compagna di classe della figlia) e dalla quale ebbe un altro figlio dopo i quattro avuti con Shirley.
Entrambi a loro modo carismatici, amavano contornarsi di altri scrittori e nel romanzo questo profumo di cultura si sente a tal punto che è inevitabile non restarne inebriati come accade alla terza protagonista, la giovane Rose Nemser. Rose, che è una figura immaginaria perché il romanzo mescola piuttosto abilmente verità e finzione, si trasferisce insieme al marito per alcuni mesi nella residenza di Shirley e Stanley.
Ma mentre Fred risulta sostanzialmente preso dagli impegni d’insegnante (impegni che non sembrano essere di esclusiva natura didattica, ma anche qui è bene non spoilerare troppo), Rose s’immerge completamente nel mondo della scrittrice restando affascinata dalla personalità di quest’ultima.
Le due donne sono peraltro accomunate da un complicatissimo rapporto con le rispettive madri, nella realtà la Jackson fu profondamente segnata dalla scarsa considerazione che la madre nutriva per lei e molte delle protagoniste dei suoi romanzi rispecchiano fedelmente queste caratteristiche.
Tornando a Rose la ragazza si trova ad essere fortemente attratta anche dal rapporto, quasi di odio amore, che intercorre fra Shirley e Stanley e dalle misteriose atmosfere della casa nonché dalla vicenda di una ragazza scomparsa che pare strettamente collegata ai due coniugi.
Questa scomparsa, unitamente alle opere di Shirley Jackson che spesso fanno capolino nel romanzo e alle atmosfere onIriche che pure lo pervadono, si ripresenta spesso e rappresenta un po’ il legame con la produzione letteraria della Jackson.
Personalmente non credo si possa parlare di Shirley come di un thriller o di un romanzo gotico, o meglio sussistono questi elementi pur senza essere preponderanti.
Come detto Shirley mi è sembrato più un omaggio ad una scrittrice estremamente influente e, seppure non riconosciuta come tale in vita, piuttosto radicata nell’immaginario collettivo americano e non solo
A tal punto radicata che io pur non avendola sostanzialmente mai letta ed avendone solo sentito parlare ho potuto, almeno spero, apprezzare pienamente il valore di quest’opera, giustamente approdata in Italia dopo diversi anni dalla sua pubblicazione.
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