La svedese – Giancarlo De Cataldo – Einaudi

 

La svedese. Sharon, detta Sharo, poco piú di vent’anni, bionda, alta, magra, la faccia sempre imbronciata; non una bellezza classica, eppure attira gli uomini come il miele le mosche. Vive in periferia con la madre invalida e ha bruciato un bel po’ di lavoretti precari sempre per la stessa ragione: le mani lunghe dei capi. Poi una misteriosa consegna portata a termine per conto del fidanzato, un piccolo balordo, cambia la sua esistenza. Con la protezione di un annoiato aristocratico, Sharo inizia la sua irresistibile ascesa criminale. Ma la mala che conta, quella che controlla il mercato della droga, si accorge di lei e comincia a tenerla d’occhio, a guardarla con rispetto, con timore, con odio. Lí, in quell’ambiente, nella zona oscura della città, nessuno la chiama piú con il suo nome. Per tutti è la Svedese.

 

RECENSIONE

Vedi la copertina e più che a De Cataldo pensi a Diabolik perché la donna raffigurata sembra Eva Kant (con un taglio più moderno ma è lei).
Invece è la protagonista di questo noir, appunto La svedese, dove De Cataldo, fedele ad uno dei suoi mantra ovvero Roma non ha più un padrone e quindi chiunque possieda spirito d’iniziativa se ne può prendere un pezzo, disegna questo personaggio dalle tante sfaccettature.
Sharon, ma per tutti Sharo, un po’ come Debora senza h, vive con una madre invalida che non la stima particolarmente, ha un legame con un ragazzo che si arrabatta con piccole consegne di droga a sua insaputa, tiene la contabilità di un’amica parrucchiera, ma soprattutto deve quotidianamente fare i conti con balordi dalle mani lunghe.
Insomma una vitaccia che però ad un certo punto, complice un incidente del fidanzato che le chiede di consegnare un “pacchetto” al posto suo, le offre la possibilità di una svolta nella figura di un aristocratico pigmalione, detto il Principe, forse non particolarmente azzurro ma di sicuro parecchio ricco e bene ammanicato.
Sharo comprende che la sua esistenza potrebbe cambiare ma tutto ciò ha un costo rappresentato dal suo coinvolgimento, dapprima marginale e poi sempre più sostanziale nel mondo della criminalità organizzata.
Inizia quindi un’ascesa veloce ma non priva di numerosi ostacoli che la ragazza riesce a superare con coraggio, caparbietà, ed una dose insospettata di freddezza che le consente di compiere sempre le scelte giuste.
È il momento per Sharo di trasformarsi a tutti gli effetti nella svedese, avvalendosi dell’aiuto del Principe che persino nei lunghi momenti di assenza (in cui ad esser sinceri non è che si comprenda proprio bene dove vada ad infrattarsi) riesce ad essere presente nella mente della ragazza che sempre più ragiona, si muove, agisce come la sua guida spirituale desidererebbe.
Lettura più che agevole, nel solco della tradizione dello scrittore di Romanzo criminale, il personaggio della Svedese è certamente ben costruito seppure il livello di credibilità non sia altissimo.
Le figure di contorno nella maggior parte dei casi risultano un tantino debolucce ed anch’esse a livello di attendibilità non rappresentano il massimo, insomma siamo lontani anni luce dal Dandi o dal Libanese e a dirla tutta alcuni malavitosi del romanzo avrebbero faticato a trovare un posto pure in Pupazzo criminale di Lillo e Greg.
Il linguaggio è quello che è, giovanilistico, per quanto provi a tenermi aggiornato le mie frequentazioni relative a discoteche ed ambienti simili si fermano agli anni in cui ancora imperversava John Travolta e di conseguenza ho alzato le braccia davanti a termini come la Gina o la Mafalda.
Che dire poi di “sacchi” e “piotte”?
Al di là del fatto che non è nemmeno chiarissimo il cambio attuale in euro, secondo me potevano avere un senso negli anni settanta in regime di lire ma parlare di sacchi e piotte oggi mi sembra francamente anacronistico…poi non so magari sarebbe interessante ascoltare il parere dell’ Accademia della Crusca.
Consigliato agli irriducibili del genere, alle vedove inconsolabili del Freddo o del Libanese, ribadendo che le figure presenti in questo romanzo non sono che pallide imitazioni delle imitazioni, a quelli che stravaccati sul divano con l’aria condizionata al di sotto dei livelli di guardia cercano una valida alternativa al chinotto o alla cedrata…ecco La svedese volendo potrebbe rivelarsi utile.
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