Il sogno – Franck Thilliez – Fazi

 

Il sogno. Se non fosse per le sue cicatrici e le strane foto che tappezzano le pareti del suo ufficio, si direbbe che Abigaël sia una donna come le altre. Se non fosse per i momenti in cui sprofonda nel mondo dei sogni, si giurerebbe che dica il vero. Ma Abigaël, la psicologa che tutti si contendono per risolvere i casi criminali più intricati, soffre di una grave narcolessia che le rende tutto più difficile. Spesso per lei il confine tra sogno e realtà si confonde, ed è costretta a ricorrere a bruciature e tatuaggi per assicurarsi di essere sveglia e che quello che vede stia realmente accadendo. L’indagine a cui sta lavorando insieme al fidanzato poliziotto Frédéric riguarda un rapitore seriale di bambini, Freddy. I piccoli scomparsi finora sono tre, a quattro mesi di distanza l’uno dall’altro. Ogni rapimento viene annunciato con uno spaventapasseri che indossa gli abiti del bambino rapito precedentemente. Intanto, Abigaël è l’unica sopravvissuta a un terribile incidente d’auto di cui non ricorda nulla e dove hanno perso la vita suo padre e sua figlia. Presto capirà che molte cose di quell’episodio non tornano. E si renderà conto che Freddy sa più di quanto dovrebbe. E non è il solo. Ma per Abigaël il nemico più pericoloso rimane uno: se stessa.

RECENSIONE

Per gli amanti instancabili del thriller psicologico è ancora su piazza, o almeno dovrebbe esserlo trattandosi di una pubblicazione del 2020 (in Italia, in Francia è uscito qualche anno prima, c’è sempre stata discrepanza riguardo i romanzi di Thilliez), l’ottimo Il Sogno.
Thilliez, che per i pochi che non dovessero conoscerlo sta al thriller psicologico come Antonino Cannavacciuolo al tonno vitellato, ha scelto di cimentarsi con uno dei cavalli di battaglia della narrativa di genere ovvero il sogno.
Due parole due sulle trama senza spoilerare, sarebbe sanguinoso e di sangue nel Sogno ne scorre già a sufficienza.

Abbiamo questo simpatico donnino, Abigaël di professione psicologa, che soffre di narcolessia, in pratica ogni tre per due si addormenta mentre sta parlando e prendendo dei farmaci per ovviare a questo problema spesso non ricorda ciò che ha sognato e, cosa ben più grave, fatica a distinguere i sogni dalla realtà.
Insieme ad un omino poliziotto, Frederic, tra i due c’è pure una mezza tresca, sta indagando su un serial killer che rapisce bambini e annuncia ogni sequestro esponendo spaventapasseri vestiti come i bimbi rapiti in precedenza…insomma non serve il Dottor House per capire che “Houston abbiamo un problema”.
Quasi dimenticavo, Abigaël è anche reduce da un misterioso incidente d’auto dove si è salvata per miracolo ma suo padre e suo figlio ci hanno rimesso le penne e di conseguenza la situazione psicologica della donna, che già non tendeva all’allegro con brio, si è ulteriormente appesantita.

Come recita la sinossi siamo di fronte ad uno dei cosiddetti romanzi a matrioska, la struttura a matrioska non è facile da mettere in piedi e se non s’incastra (e nei thriller non s’incastra quasi mai) il rischio è quello di doverla ficcare dentro a martellate, un po’ come accade quando ci affezioniamo ad una cucina e cambiando casa decidiamo di portarcela dietro (scelta il più delle volte funesta ma al cuor non si comanda).
Ma tranquilli, Thilliez è a suo agio col thriller a matrioska come Bruno Barbieri col tortino caldo di yogurt e grano saraceno con mirtilli glassati.

Tuttavia ne Il sogno ha provato a superarsi per ovviare ad eventuali lamentele di quelli che ” eh, ma i capitoli non seguono un ordine cronologico” oppure “si vabbè ma ci sono troppi piani di lettura, faccio fatica ad orientarmi”.
Thilliez anziché regalare a tutti una bussola, che va detto per onestà intellettuale avrebbe rappresentato una bella spesa, si è inventato un escamotage consistente nell’eliminare di sana pianta un capitolo del libro e renderlo accessibile attraverso l’individuazione di un codice numerico che sono riuscito a scoprire persino io…ma con l’aiutino.
In omaggio assieme al capitolo nascosto l’ordine cronologico di tutti i capitoli per poter leggere Il sogno in totale rilassatezza.

Consigliato?
Certamente, un Thilliez non si rifiuta mai, almeno non a priori.
Voto?
Quattro stelle per gli amanti o almeno simpatizzanti del genere.
Tre stelle per i neutrali, quelli che “amo i thriller ma non le descrizioni forti”
Due stelle per chi al primo “e fu così che gli diede un buffetto sulla guancia” subito parte per la tangente con commenti del tipo “troppa violenza gratuita per i miei gusti”

 

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