Die Glocke: la campana – Bud Ariosis – Brè Edizioni

 

Die Glocke: la campana. Gli storici sono ormai concordi nell’affermare che gli scienziati nazisti fossero a un passo dalla bomba atomica, ed è indiscutibile il contributo offerto agli USA da Wernher von Braun, il padre delle V2, nel mandare il primo uomo sulla luna. Dopo la seconda guerra mondiale e sino ai nostri giorni, una lunga serie di indiscrezioni giornalistiche ha alluso al rinvenimento di studi progettuali relativi alle WunderWaffen, le armi segrete di Hitler. Macchine così sofisticate e avanzate da ipotizzare che alcune di esse fossero state realizzate con tecnica di “reverse engineering” da tecnologia aliena rinvenuta in Antartide, e custodita nella cosiddetta “Base 211”, il sito preposto alla rinascita del quarto Reich, quando essa fosse divenuta possibile. Così come da otto decenni si dibatte sul trasferimento di alcuni di tali manufatti presso l’Area 51, in Nevada, il sito militare USA più protetto del mondo, dove dagli anni ’60 si avvistano gli UFO. Con un’attendibile ricostruzione storica, e invenzioni futuribili di grande fascino, Bud Ariosis offre la sua personale interpretazione a tali domande in un libro da leggere tutto d’un fiato sino all’ultima pagina. Dopo il grande successo di Dossier Haudegen, un altro romanzo che mescola storia vera a fantasia.

RECENSIONE

A volte non è semplice classificare un romanzo, Die Glocke: la campana ad un primissimo impatto sembrerebbe un fantasy ma, come ben sappiamo, spesso il confine tra fantasia e realtà è molto labile, specie se la nostra mente accetta di spaziare senza rimanere ancorata alle poche nozioni conosciute e lasciandosi avvolgere da eventi la cui possibilità di verificarsi è forse meno remota di ciò che può sembrare.
Die Glocke muove da una domanda che gli storici, e non soltanto quelli più vicini a teorie o retoriche complottiste, si sono sempre un po’ fatti: quanto è stata davvero vicina la Germania a vincere una guerra il cui esito ha poi indubbiamente segnato il corso della storia?
Che scienza e tecnologia tedesca fossero all’avanguardia è testimoniato da due fatti abbastanza incontrovertibili, il primo è che la Germania era impegnata in un progetto parallelo a quello statunitense per la costruzione dell’atomica, il secondo è che l’apporto degli scienziati tedeschi fu fondamentale nel dopoguerra per il percorso che portò al raggiungimento della superficie lunare.
Partendo, presumo, anche da assunti di questo tipo l’autore concepisce una vicenda, a metà strada fra il fantasy e il romanzo storico, che vede protagonisti due scienziati tedeschi scelti da Hitler per un progetto a largo respiro, che non necessariamente dovrà portare la Germania ad avere la meglio nel conflitto quanto a gettare le basi per un ritorno del Reich in un futuro non importa quanto immediato.
Questo progetto che prese il nome di campana in realtà pare abbia davvero visto la luce, seppure in fase embrionale, e l’autore ne offre uno sviluppo personale trasformandolo in una sorta di macchina del tempo in pectore che avrebbe potuto essere realizzata con una tecnologia più avanzata. Diciamo che i due scienziati gettano le basi per qualcosa da perfezionare nel tempo in base a calcoli impossibili da effettuare al momento ma che comunque il progresso consentirà di svolgere.
Non è semplice raccontare la trama di Die Glocke: la campana e comunque si toglierebbe un po’ il gusto della lettura, il linguaggio tecnico a volte s’impadronisce un po’ della narrazione ma, nel complesso il romanzo rimane fruibile, specialmente quando si lega alle storie personali dei protagonisti e regalando anche delle piccole chicche, che magari non tutti conosciamo, riguardanti i personaggi realmente esistiti.
Personalmente l’ho letto in una giornata e lo suggerisco certamente a tutti gli amanti di un fantasy di quelli “possibili” e non eccessivamente legati all’immaginazione.
/ 5
Grazie per aver votato!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *