Dalia nera, rosa rossa – Piu Eatwell – Nua Edizioni

 

 

Dalia nera, rosa rossa. Il 15 gennaio 1947, il corpo nudo e smembrato di una bellezza dai capelli neri, Elizabeth Short, fu scoperto disteso accanto a un marciapiede in un sobborgo di Hollywood. La vittima fu presto soprannominata la Dalia Nera. L’inchiesta per omicidio che seguì consumò Los Angeles per anni e le autorità spesero milioni di dollari di risorse in un’indagine che sollevò dozzine di sospetti. Ma il caso non fu mai risolto. Fino ad ora. In questo libro rivoluzionario, Piu Eatwell svela per la prima volta avvincenti prove forensi e rende noti testimoni oculari, fino ad arrivare a indicare l’identità dell’assassino. Il caso è stato immortalato nel famoso romanzo omonimo di James Ellroy, e nei film hollywood Babilonia di Kenneth Anger e The Black Dahlia di Brian De Palma.

RECENSIONE

Sull’omicidio della Dalia nera esiste davvero una letteratura a partire dal romanzo di James Ellroy, la motivazione è probabilmente da ricercare nel fatto che il delitto fu così efferato che difficilmente potrà un giorno essere rimosso dalla memoria.
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Questo lavoro a firma Piu Eatwell è soprattutto una cronaca dettagliata degli eventi che si avvale di un lavoro di ricerca dell’autrice che non esiterei a definire monumentale.
Un terzo del libro è composto di note e questo già la dice lunga sull’imponenza ma ciò che veramente stupisce è la capacità di raccogliere informazioni su un fatto di cronaca lontanissimo negli anni e che, proprio perché vedeva coinvolti poliziotti corrotti, ha subito una serie d’insabbiamenti che di certo non possono aver facilitato la ricerca.
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Dalia nera, rosa rossa è l’esempio calzante di come a volte la realtà sia in grado di superare di gran lunga la fantasia più sfrenata.
Un omicidio che definire efferato è un eufemismo, si può soltanto vagamente immaginare l’orrore del ritrovamento del cadavere, dell’autopsia successiva, del lavoro di ricomposizione del corpo.
Già lo scriverne può suscitare raccapriccio.
Eppure avvenne e, cosa più importante, giustizia non fu fatta sebbene molte prove ( e il lavoro della scrittrice sta lì a dimostrarlo) erano sostanzialmente sotto gli occhi di tutti, sebbene i potenziali colpevoli non erano poi tantissimi, e sebbene il delitto proprio per la sua assurda efferatezza non poteva che essere opera di un professionista perfettamente a conoscenza del corpo umano.
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Erano anni particolari dove regnava un certo giustizialismo suffragato peraltro da una stampa desiderosa di sbattere il mostro in prima pagina indipendentemente dalle eventuali prove a sostegno.
Tutto ciò finì probabilmente per facilitare l’insabbiamento, l’occultamento delle prove e, almeno leggendo con attenzione questo libro, il colpevole nonché le motivazioni erano davvero li a disposizione dei responsabili delle indagini.
Ma interessi più alti misero in secondo piano il dovere di rendere giustizia ad una ragazza la cui colpa principale era di appartenere ad un ambiente per cosi dire leggero, addirittura venne ipotizzato che si trattasse di una squillo, cosa che nessuna indagine confermò.
La Dalia nera era semplicemente una ragazza come tante che cercava il successo, la notorietà, ed in fondo finì per trovarli seppure nel modo più drammatico possibile.
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Lettura interessante innanzitutto per la ricostruzione, anche storica, e per l’analisi approfondita dell’autrice che non si è tirata indietro nell’offrire al lettore il suo parere su come si svolsero presumibilmente i fatti.
Da leggere soprattutto se si amano i romanzi verità, che non solo s’ispirano a fatti di cronaca ma li analizzano in modo particolareggiato, e se si apprezzano scrittori che non hanno timore di esprimere le loro convinzioni in merito. Dalia nera rosa rossa

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