Angoscia – Stefan Zweig – Passigli

 

Angoscia. Appartenente alla ricca borghesia viennese, sposata felicemente con un avvocato, madre di due figli e apparentemente appagata, spinta dalla noia e dalla routine del matrimonio Irene intesse una relazione con un giovane musicista. Dopo uno degli incontri con l’amante, viene avvicinata da una sconosciuta che comincia a ricattarla. Irene cede sempre più al ricatto, cadendo preda di un’insostenibile angoscia, tra rimorso, timore di essere scoperta e desiderio di confessare… Scritto nel 1910 e pubblicato nel 1920, Angoscia è uno straordinario racconto psicologico, nel quale l’autore mostra tutte le sfumature che animano i sentimenti di una donna adultera, e trascina il lettore, con un linguaggio incantevole, elegante e limpido, nella forza distruttiva del tormento interiore della protagonista. Zweig racconta la storia di Irene Wagner in maniera via via più serrata, in un crescendo di suspense e inquietudine, sino all’inaspettato finale. Profondamente influenzato dalla psicanalisi di Freud e dalla tradizione del racconto della scuola viennese (si pensi a Arthur Schnitzler), la grande capacità introspettiva di Zweig nell’esporre i profondi turbamenti dell’animo umano trova forse in proprio in questo racconto il suo apice. ?

RECENSIONE

Una delle trame più semplici da immaginare, la moglie, l’amante, il marito tradito e totalmente all’oscuro (proprio vero che i mariti sono sempre gli ultimi a sapere), in teoria ce ne sarebbe soltanto per riempire tonnellate e tonnellate di Harmony e invece Zweig da un materiale assolutamente banale riesce a confezionare un racconto di 100 paginette così potente e squassante che se solo uno prima di leggerlo si era fatto un’idea del romanzo psicologico alla fine della lettura deve come minimo ripianificare tutto.

Abbiamo quindi (è un classico, chi non lo conosce, e quindi giù di spoiler a tavoletta) tale Irene Wagner, borghese parzialmente insoddisfatta ( peggio dei parzialmente insoddisfatti c’è solo il parzialmente scremato) che decide di cornificare il marito Fritz, valente principe del foro che a casa, tanto per non perdere la mano, mette sotto processo pure i figli.
Il fortunato, s’intuisce che la donna emani un fascino rilevante, risulta essere un certo Eduard di professione musicista.
Piccolissimo passo indietro per focalizzare l’attenzione sull’incipit di questo racconto che è qualcosa di sontuoso, non è tanto l’atto di recarsi dall’amante a mettere paura quanto il ritorno a casa dopo che l’atto è stato consumato e il conseguente timore di essere scoperti, nel ritorno si aggiunge il peso della colpa…per chi non lo ha letto questo passaggio è di una bellezza insultante, fidatevi, e se non vi fidate del sottoscritto abbiate fede in Zweig…che insomma, voglio dire, è cosa buona e giusta.

Ma la forza propulsiva del racconto non si esaurisce con l’incipit, ad un certo punto l’evento cosi paventato si palesa puntualmente nella figura di una donna che incontra Irene mentre si sta allontanando dall’appartamento di Eduard, l’affronta scaricandole addosso tutto il livore per aver sedotto il suo uomo (o almeno quello che ha tutta l’aria di esserlo) e, soprattutto, inizia a ricattarla.
Ed è così che l’angoscia di Irene, dapprima circoscritta ai soli momenti in cui si compie l’adulterio, si estende ad ogni frangente della giornata in cui la donna viene a trovarsi fuori di casa, terrorizzata com’è dalle eventuali apparizioni della ricattatrice che possono aver luogo in ogni circostanza.
È qui, in queste descrizioni, che Zweig compie un autentico prodigio narrativo, l’angoscia di Irene diventa un po’ la nostra angoscia e riusciamo ad avvertirla tutta perché come spiega lo scrittore in un passaggio memorabile non è la punizione per la colpa commessa ad impaurire (la pena semmai è addirittura catartica) quanto il timore della confessione che sia essa volontaria oppure determinata da un’improvvisa scoperta dell’adulterio da parte della persona tradita. 

La chiudo qui, non rivelo il finale che è comunque assolutamente all’altezza di tutto il resto.
Ovviamente lettura consigliata da ogni punto di vista, chi ama le introspezioni psicologiche qui si troverà a viaggiare su una nuvola, e non aggiungo una parola di più.

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