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Caterina d’Aragona – Cristina Penco

Caterina d’Aragona – Cristina Penco – Diarkos

Recensione a cura di Valeria Lorusso

Caterina d’Aragona. È passata alla storia come la regina ripudiata, Caterina d’Aragona, la moglie ferita che, anche di fronte alle umiliazioni e al rifiuto del marito Enrico VIII, re d’Inghilterra, mostrò fino all’ultimo grande dignità, virtù e incrollabile fede. La Trastámara, in realtà, fu molto di più, grazie a una personalità mite ma determinata, e alle sue doti naturali in fatto di leadership e diplomazia, che la resero una protagonista non passiva dei suoi tempi. Figlia dei sovrani cattolici Ferdinando II d’Aragona e Isabella I di Castiglia, prima donna in Europa a ricoprire, fin da giovanissima, l’incarico di ambasciatrice a corte, instancabile nella carità cristiana verso i poveri quanto capace di vincere sul campo di battaglia, Caterina si dovette fare largo dentro una società di uomini e scontrare con i loro giochi di potere, facendone emergere il ruolo essenziale e non scontato dell’elemento femminile. La sua vita rimarrà impigliata a quella di una giovane, bella e ambiziosa dama, Anna Bolena, e alle trame di palazzo del marito, tra la volontà di procacciarsi un erede maschio e lo scisma anglicano dalla Chiesa di Roma. Tra le sei mogli di Enrico VIII, rimase la preferita dai sudditi, che continuarono a rispettarla e ad amarla come una delle più illuminate sovrane della sua epoca.

RECENSIONE

Scrivere la recensione di una biografia è diverso rispetto a ciò che si scrive per un romanzo, ci sono però delle osservazioni che posso fare avendone lette alcune: ogni autore ha un suo stile, ce ne sono di più descrittive, particolareggiate ed avvincenti che si leggono come se fossero romanzi e altre più serie, da accademici che si leggono meno speditamente e che pur da amante della storia mi sono parse pesantucce.

La biografia della Penco su Caterina d’Aragona appartiene al primo tipo di “narrazione” e l’ho letta in pochi giorni con grande piacere ed interesse. Ho scoperto una figura di donna, oltre che regina, che pur nella mitezza dovuta alla buona educazione ricevuta, fu dotata di grande dignità, amata e apprezzata dal popolo, ambasciatrice in  un tempo storico in cui alle donne non era concesso molto in termini di emancipazione, una donna coraggiosa che fu sempre coerente con il suo modo di vedere la vita e il matrimonio e che a causa delle sue idee pagò un prezzo elevato.

L’autrice ha saputo costruire una biografia che parte dall’infanzia di Caterina permettendoci di conoscere meglio la Spagna e chi furono i suoi genitori (Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia), due monarchi che traghettarono Il loro paese verso la modernità. Il quadro che ne esce  è quello di una famiglia unita, i genitori si amavano e dalla madre Caterina imparò molto sul comportamento da avere nei confronti del proprio sposo e in generale verso la propria nazione.

Enrico VIII Tudor

Calarsi nell’atmosfera del tempo aiuta anche a comprendere Caterina e la sua interiorità, la sua essenza. In questo percorso ci sono riferimenti alle vicende politiche europee in cui entrarono a far parte molti protagonisti di un periodo storico affascinante. Ripercorrendo brevemente la storia inglese dalla conquista normanna fino ad Enrico VIII Tudor il lettore ha la possibilità di conoscere e comprendere meglio quale fu l’Inghilterra che Caterina trovò al suo arrivo sul suolo inglese.

Chiunque non conosca nel dettaglio la storia tra lei ed Enrico potrà farsi un’idea personale e giungere alla propria opinione. Ho letto tutta la parte relativa alla validità del suo matrimonio con Enrico con attenzione e ho apprezzato il coraggio di una donna che ebbe sempre ragione ad affermare di essere l’unica moglie del re nonostante negli ultimi tempi del suo matrimonio venisse definita “principessa vedova”.

Non mancano parti riguardanti la Bolena che sto approfondendo ora con la lettura della sua biografia, sempre scritta dalla Penco. cenni sulle amanti del re Tudor e i figli illegittimi avuti da queste, un ritratto del cardinale Wolsey che per decenni fu il lord Cancelliere e che, praticamente, governava il paese poichè Enrico preferiva passare il suo tempo tra la caccia e la lettura.

Non mancano le citazioni di alcuni storici e stralci di alcune lettere inviate da Caterina al marito, molto interessanti per farsi un’idea ancora più precisa sulla personalità della sovrana. Al termine della biografia ci sono le considerazioni dell’autrice su Caterina, Enrico e una nutrita bibliografia a cui lei ha attinto le notizie e che può servire da approfondimento per chi volesse.

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Andy Warhol – Enrico Pitzianti

Andy Warhol – Enrico Pitzianti – Diarkos

 

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