Andy Warhol – Enrico Pitzianti – Diarkos

 

Andy Warhol fu un artista rappresentativo per l’epoca in cui visse, fu molto apprezzato, la fama e il successo lo circondarono contribuendo a renderlo un divo, sebbene la sua breve vita fu dominata da ombre quali le sofferenze infantili, la solitudine e l’emarginazione dovuta alla sua omosessualità.

Questo libro ci permette di guardare l’arte di Andy Warhol unendo l’aspetto culturale a quello sociale, economico e politico. Ecco quindi un esame della realtà dell’epoca nella sua complessità.

Andy Warhol nacque a Pittsburgh il 6 agosto 1928, i genitori erano dei migranti con una notevole differenza d’età. Non era un periodo fortunato per la povertà imperante e la Grande Depressione che stava per giungere. Il suo carattere sensibile gli creò molti problemi. Fu il suo talento e l’inizio della produzione delle lattine Campbell in serie a far emergere l’artista, si inizia a parlare di lui ed ecco arrivare la fama.

Grazie a questo libro ho potuto iniziare a vederlo sotto un aspetto che non conoscevo, infatti oltre ad ammirare l’artista, ho potuto capire che fu un’icona del suo tempo, un uomo di moda che utilizzava la serialità nell’arte, creando un’industria della stessa utilizzando il lavoro altrui che non pagava e le idee degli altri che  invece pagava per creare nuovi lavori. Il bello è che lo raccontava senza alcuna vergogna.

La serialità come un brand, Andy Warhol comprese che le immagini fanno parte di un “minestrone simbolico” non solo Mao Tze Dong, Marilyn Monroe o Lenin, anche la Gioconda di Leonardo fu soggetto di smitizzazione con la riproduzione in serie e fu il simbolo di tutti i temi che caratterizzarono la sua arte: il divismo, il potere dei volti, la celebrità, i  soldi, la serialità, il simbolismo.

Fu interessato anche all’arte cinematografica e girò alcuni film, si dichiarò appassionato di questa tecnologia, profetizzando che la televisione avrebbe superato il cinema e che la facilità nel girare video in futuro avrebbe potuto essere utilizzata per spiare le persone diventando il media delle masse.

Anche la musica rientrò nei suoi interessi, basti pensare a quanto accadde ai Velvet Underground che devono a lui il successo che ebbero grazie alle sue intuizioni. Ne possiamo dimenticare di citare il famoso album con la banana in copertina creata da lui che costituisce un’icona pop.

Non dimentichiamoci infine del famoso: “in the future everyone will be the world – famous for 15 minutes” (in futuro tutti saranno famosi per 15 minuti. Questa espressione divenuta celeberrima è utilizzata ancora oggi, basti pensare ai social con i video che trasmettono ciò che accade nelle nostre vite, rendendoci protagonisti di quei pochi minuti di celebrità.

Una biografia interessante che ha analizzato bene un protagonista dell’arte facendoci comprendere la sua modernità e la sua capacità di prevedere il futuro delle arti visive con un occhio lungimirante. Un must per chi vuole conoscere gli aspetti sociologici, più che artistici, di un uomo che ha influenzato l’arte a venire.

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