Sabbia nera – Cristina Cassar Scalia – Einaudi

Sabbia nera. Mentre Catania è avvolta da una pioggia di ceneri dell’Etna, nell’ala abbandonata di una villa signorile alle pendici del vulcano viene ritrovato un corpo di donna ormai mummificato dal tempo. Del caso è incaricato il vicequestore Giovanna Guarrasi, detta Vanina, trentanovenne palermitana trasferita alla Mobile di Catania. La casa è pressoché abbandonata dal 1959, solo Alfio Burrano, nipote del vecchio proprietario, ne occupa saltuariamente qualche stanza.

Risalire all’identità del cadavere è complicato, e per riuscirci a Vanina servirà l’aiuto del commissario in pensione Biagio Patanè. I ricordi del vecchio poliziotto la costringeranno a indagare nel passato, conducendola al luogo dove l’intera vicenda ha avuto inizio: un rinomato bordello degli anni Cinquanta conosciuto come «il Valentino». Districandosi tra le ragnatele del tempo, il vicequestore svelerà una storia di avidità e risentimento che tutti credevano ormai sepolta per sempre, e che invece trascinerà con sé una striscia di sangue fino ai giorni nostri.

Recensione

Piccoli Montalbano crescono, e poco importa se in questo caso il vicequestore è una donna ovvero Vanina Guarrasi.
Ci troviamo a Catania, la sabbia nera del titolo è la pioggia di cenere dell’Etna ed il vulcano è una sorta di coprotagonista silenzioso del romanzo.
Un cadavere mummificato ritrovato in una villa semi abbandonata, un delitto che viene da lontano, un vicequestore che non vuole fermarsi alle apparenze, un commissario in pensione che si porta dietro da anni dei sensi di colpa e che vede in questo ritrovamento l’opportunità di riparare ad un antico torto.
Oltre cinquant’anni sono trascorsi dall’epoca dei fatti ed ovviamente non sarà agevole risalire all’identità della donna uccisa, né tantomeno mettere insieme i tasselli ed i personaggi che a suo tempo hanno ruotato attorno alla storia.
Ma Vanina ed il suo sorprendente braccio destro occasionale, l’anziano ex commissario Biagio Patanè, sono determinati ad arrivare ad alzare il velo che occulta la verità.
Una Sicilia bellissima, e come potrebbe essere altrimenti, dei personaggi di contorno azzeccati e che in qualche modo sembrano richiamare alcuni protagonisti resi immortali da Camilleri, una trama estremamente intrecciata che pare quasi volerti spiazzare ogni volta che pensi di essere ad un passo dal dipanare la matassa.
Sabbia nera è il primissimo episodio di una serie libresca giunta in tre anni a ben cinque romanzi, e già questo mi sembra un segnale non trascurabile specialmente se si è alla ricerca di storie in grado di tenere il lettore sufficientemente incollato alle pagine.
E la penna di Cristina Cassar Scalia centra il suo obiettivo, Sabbia nera alterna momenti leggeri a passaggi dove l’autrice presta maggiore attenzione all’approfondimento dei personaggi.
La stessa Vanina possiamo ritrovarla nei suoi ristoranti preferiti alle prese con i piatti tipici siciliani e magari subito dopo a coltivare una passione sviscerata per vecchie pellicole del cinema italiano, tuttavia non si fa mancare attimi di profonda riflessione sul suo passato, sui dolori che lo hanno contraddistinto, sull’amore che poteva essere e non è stato.
Non deve esser facile prendere Camilleri come punto di riferimento, tutti siamo li pronti come falchi a lanciarci nei confronti, ma credo che la Cassar Scalia abbia le spalle abbastanza larghe per sopportare il peso, e dalla sua ha una terra che sembra fatta apposta per essere narrata nei libri e personaggi che chiedono soltanto di essere descritti e scandagliati nel profondo perché hanno davvero tanto da dire.
Consigliato certamente, una lettura preferibilmente estiva ma nel senso più pieno e nobile del termine perché anche sotto l’ombrellone ogni tanto non è poi cattiva usanza alzare il livello.
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