Quell’odore di resina – Michela Zanarella – Castelvecchi

Quell’odore di resina. Fabiola è una giovane donna con tante insicurezze e infiniti sogni. La sua quotidianità è scandita dal lavoro in un ambiente poco femminile e da rari momenti dedicati a sé stessa. La vita la mette costantemente alla prova e le riserva incontri ed esperienze inaspettati . Un tragico incidente cambia per sempre il suo modo di essere e la porta a compiere delle scelte. Dopo momenti di sconforto e dolore, arriva chi sa comprendere il suo desiderio di fuga da una realtà che non la fa senti re libera. Ma le ombre e i fantasmi del passato non se ne vanno. Solo i luoghi d’infanzia nel ricordo e una nuova passione sembrano ridare fiducia e coraggio alla protagonista, che cerca di non arrendersi. Imparare a conoscersi non è semplice. Saranno le parole la chiave perfetta del cuore.

RECENSIONE a cura di Valeria Lorusso

Protagonista di questo romanzo è Fabiola, una ragazza in fuga dalla sua realtà. Sta lasciando una vita che non le appartiene più, un paese che le sta stretto per raggiungere nuovi orizzonti insieme ad Angelo che la ama e le promette che il suo futuro con lui sarà diverso. Sicuramente migliore.

Fabiola è determinata a dimenticare il suo passato caratterizzato da alcune esperienze traumatizzanti come il lavoro al mattatoio, Chiunque uscirebbe segnato dopo dieci ore trascorse tra sangue, carcasse, rumore di spari, gelo e umidità. Per una donna si aggiunge la difficoltà a dover lavorare in un luogo si lavoro esclusivamente maschile.

Ed ecco quindi l’utilizzo della poesia, l’uso delle parole per esorcizzare il dolore e salvarsi la vita.

La poesia tuttora mi accompagna, sempre, in ogni momento della giornata. E’ una fedele compagna che mi guida nelle difficoltà e nei momenti di indecisione, Nello stesso istante poteva anche capitare che io alternassi momenti di gioia e momenti di sconforto. Dicono che l’inquietudine appartenga ai poeti e io questi lati oscuri della mia personalità cercavo di associarli a questa estrema sensibilità che mi fa percepire il bene e il male di ogni realtà.

Dolore e solitudine sono presenti anche nella nuova vita complici le lunghe assenze di Angelo e nelle lunghe ore trascorse da sola la mente ritorna al passato e alle persone che hanno lasciato un’impronta nella sua vita: il primo fidanzato, la migliore amica, il fratello, la vicina di casa, ecc.

Ognuna di queste persone nel bene e nel male le lascia qualcosa, un insegnamento, un’esperienza, una consapevolezza di se stessa che le permettono di affrontare il presente. 

Torvaianica

Questo romanzo non ha una trama, un susseguirsi di avvenimenti in senso cronologico, mi è parso invece un diario biografico della protagonista, un riportare sulla carta vicende e ricordi che riuniti ci danno la possibilità di comprendere e interpretare la personalità e la psicologia di Fabiola.

Ogni volta che mettevo piede nella mia terra, mi prendeva un’agitazione insolita, avevo come la sensazione che sarei stata sotto esame, osservata e scrutata, come una straniera. Non ero più veneta a tutti gli effetti, una parte di me era ora laziale, per la gente del nord, una “terrona”.

Un romanzo dai contorni autobiografici perchè la stessa Zanarella , nata in Veneto, si trasferisce nel Lazio e, come Fabiola, ama la poesia.

I ricordi sulle varie persone della vita della protagonista non hanno un nesso temporale, sono dei flashbacks che vanno avanti e indietro dando l’impressione che il fine del libro sia quello di esprimere le emozioni. Siamo di fronte anche a un romanzo di formazione proprio perchè segue il percorso di crescita di Fabiola durante le varie fasi della sua esistenza.

Importante in questo componimento narrativo la poesia presente nel romanzo con molti versi così come poetico è il rievocare un caro amico della sua adolescenza.

Il pino ascoltò per anni le mie confessioni, fino a quando una larva attaccò in profondità le sue radici e si ammalò. Sempre più spoglio e rinsecchito, lo vedevo spegnersi in una sorta di agonia e con lui si spegneva anche la mia voglia di raccontare.

Diverse sono le tematiche presenti, dal lavoro al difficile rapporto con i genitori, la solitudine, la mancanza di autostima, il bullismo e il rito della prima volta (il battesimo, il menarca, il primo rapporto sessuale). E’ un flusso di coscienza che riesce ad esprimere con un linguaggio lirico pagine pregne di pathos, di resilienza e ricerca interiore che faranno diventare Fabiola una donna matura e finalmente consapevole di se stessa e del proprio valore.

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