
Miss Bee e il cadavere in biblioteca. Londra, anni Venti del Novecento. Beatrice Bernabò, detta Miss Bee, è una ventenne italiana che vive nella capitale inglese da qualche anno. Insieme alle sorelle, Beatrice si è trasferita al seguito del padre Leonida, docente di italianistica all’Università. Il mandato del padre gode della protezione dell’ambasciatore italiano in UK, che non può che essere fascista. Invitata a cena dalla nobile dirimpettaia, Mrs Ashbury – vedova e madre di un unico e affascinante figlio, il conturbante Christopher detto Kit – Beatrice si trova suo malgrado in mezzo a un giallo che è al contempo un triangolo amoroso: se non è colpevole l’uno, lo è l’altro. Ma lei di chi è innamorata, dell’uno o dell’altro?
RECENSIONE a cura di Alessia Loggia
Londra, 1924. Beatrice Bernabò, detta Miss Bee, è una ragazza di vent’anni italiana che vive nella capitale inglese da qualche anno con il padre e le sorelle. Invitata a cena dalla nobile dirimpettaia, Mrs Ashbury – vedova e madre di un unico e affascinante figlio, il conturbante Christopher detto Kit, nonché stretto amico della giovane – Beatrice si trova suo malgrado in mezzo a un giallo, la morte di uno dei convitati in biblioteca. Il mistero però diventa sempre più complesso e al contempo Miss Bee si ritroverà invischiata in un triangolo amoroso, che vede proprio i due rivali amorosi sospettati del delitto: se non è colpevole l’uno, lo è l’altro. Ma cosa prova davvero Beatrice? E quale sarà la verità sul caso?
Beatrice era scombussolata e preoccupata, e non riusciva a capire perché l’accaduto la sconvolgesse tanto. La risposta che si diede alla fine, a venti minuti da Londra, era che a farla palpitare in quel modo era il proprio senso di giustizia.
Quando mi è stata proposta la lettura di Miss Bee e il cadavere in biblioteca, ero davvero felicissima. Anni fa ho letto il primo libro della serie dell’Allieva di quest’autrice (che vorrei recuperare per intero), ho visto la serie tv che ho amato; quindi, le aspettative erano abbastanza alte nei confronti di questo nuovo romanzo, apertura di una nuova serie di Alessia Gazzola. Ma sono rimasta soddisfatta?
Sicuramente un punto di forza è lo stile, davvero scorrevole ma al contempo anche abbastanza elevato e senza dubbio coerente a livello di linguaggio col periodo in questione, visto che parliamo di un romanzo ambientato negli anni ’20 del Novecento. Mi sono sentita coinvolta e catturata per tutta la durata della lettura e l’ho divorata in un paio di giorni, sia per la mole comunque non molto pesante, sia proprio per la penna della scrittrice.

Al di là dell’ambientazione, ben resa e sicuramente approfondita e studiata con cura, ciò che più colpisce sono i personaggi. Ho apprezzato molto Miss Bee, che ha una grande arguzia e intelligenza, è curiosa e scopre una certa inclinazione all’attività investigativa, ma è anche passionale, una ragazza che vive con ardore i suoi sentimenti e che si batte per ciò in cui crede e, in questo caso, per svelare la realtà dietro l’omicidio avvenuto. Una peculiarità che ho apprezzato è stato il dettaglio della cicatrice che porta in viso a causa di una brutta caduta, questo piccolo particolare che però si discosta dal classico stereotipo della giovane donna bellissima e priva di difetti. Ho apprezzato anche la sua decisione davanti a certi eventi e proposte, il fatto che non scenda a compromessi nemmeno di fronte all’uomo che ama quando non sente di voler adottare certi comportamenti e sia sempre fedele a sé stessa, nel bene e nel male.
I personaggi maschili che saranno coinvolti nel triangolo si intuiscono fin da subito, uno perché annunciato fin dalla trama, l’altro più a livello caratteriale. Kit e Julian, infatti, nonostante siano migliori amici, sono davvero diversi nel loro modo di essere, e diventa chiaro quasi immediatamente che sarà proprio quest’ultimo la controparte del triangolo, nonché il nuovo interesse di Bea dato che con Kit ha una piccola liaison già all’inizio del romanzo. Questo aspetto un po’ “prevedibile” però non mi ha dato fastidio, al contrario, forse perché ho avuto un colpo di fulmine per Julian appena ci viene presentato e speravo intensamente che Kit si volatilizzasse prima di subito, sarò onesta.
Nota di merito anche per alcuni personaggi secondari, in particolare Archer Blackburn, ispettore capo di Scotland Yard, che è davvero ben caratterizzato, un personaggio sfaccettato che mi ha intrigata nel corso della vicenda; e Octavia Charteris, diversa dalle altre signorine dell’alta società e sorprendente, anche perché presenta il carattere e i comportamenti più difficili da decifrare.
[L’ispettore capo Blackburn] trovava il parlarle molto, molto stimolante, perché faceva venire a galla dubbi. Lui amava eliminarli. […] [Beatrice] appariva timida ma era affilata e tagliente.
La lettura è stata davvero piacevole, una coccola, anche se ammetto che mi è mancato qualcosa. Probabilmente per il tipo di mystery a cui sono abituata, sia a livello di libri ma soprattutto di serie (dato che sono una vera appassionata di serie tv mystery), il fatto che fosse così cozy l’ha reso un po’ tiepido, mi è mancato quel colpo di scena che mi avrebbe lasciata col fiato in sospeso. Diciamo che avevo voglia di tornare alla lettura, infatti l’ho terminata in breve, ma non mi ha tenuta incollata, nonostante ribadisca l’assoluta scorrevolezza della scrittura e lo stile davvero curato.
Sono comunque rimasta soddisfatta nel complesso, è un romanzo carino che, secondo me, è ideale gustarsi insieme a un tè tipicamente inglese per entrare nel vivo dell’atmosfera (magari in autunno, io idealmente mi immagino proprio con una bella copertina davanti a un caminetto e con la mia tazza fumante tra le mani). La serie di Miss Bee ha comunque mantenuto un’aspettativa che mi ero posta nei suoi confronti: ha saputo distinguersi dalle altre serie crime, con un’ambientazione accuratamente ideata dalla Gazzola e il suo genere che senza dubbio non ha eguali in Italia, il perfetto connubio di romance e mystery, e mi ha lasciato con la voglia di scoprire altri cozy crimes. Se volete una lettura leggera e piacevole, che vi permetta di immergervi in una Londra passata che nasconde amori intensi ma anche misteri da svelare, Miss Bee e il cadavere in biblioteca è decisamente ciò di cui avete bisogno. Per quanto mi riguarda, senza dubbio andrò avanti perché sono molto curiosa di come si evolverà la storia di Beatrice e soprattutto spero tanto di rivedere Julian, che ormai ha conquistato il mio cuore.
“Ostacolare il nostro destino però potrebbe ritorcersi contro di noi.”
Lui la fissò come se avesse parlato un oracolo, e poi disse: “Ma chi lo decide qual è il nostro vero destino? È quello che siamo per nascita o quello che vorremmo essere?”