La vita ostile – Raffaele Mutalipassi – Self Published

 

La vita ostile. Interessante autobiografia che mi sembra possa sostanzialmente suddividersi in due parti, nella prima l’autore racconta la sua difficile infanzia, i complicati rapporti col padre, il sogno di diventare un calciatore, un’iniziale scarsa applicazione nello studio cui farà seguito il desiderio di realizzarsi, e infine la laurea.

Nella seconda parte a recitare un ruolo preponderante sono le molteplici esperienze lavorative all’estero, le scelte molto spesso di totale rottura col passato nonché gli innumerevoli rapporti sentimentali che inevitabilmente finiranno per risentire della sua volontà di restare un eterno cane sciolto, a livello lavorativo ma anche personale.

Vengono passate in rassegna tutte le decadi dal 50 ad oggi, scandite in molto casi dai mondiali di calcio (il calcio è un elemento fondamentale nella vita dell’autore) e che giocoforza finiscono per suscitare anche in chi legge ricordi venati di nostalgia, malinconia e quant’altro.

Sorprende ne La vita ostile, e resta impressa nella mente, la forza di un uomo che ha voluto affermarsi, darsi degli obiettivi e raggiungerli, andare in qualche modo oltre e compiere tutto ciò non fermandosi mai, non mettendo mai radici, senza paura dei cambiamenti e senza voltarsi troppo indietro.
Una vita indubbiamente piena, per molti versi appagante anche se forse non consigliabile a tutti.
La generazione nata nel dopoguerra, quella che ha vissuto in prima persona la ricostruzione, il periodo del boom economico ha anche sofferto più di ogni altra la perdita dei valori che ne è conseguita.

Tuttavia non credo sia mai agevole la scelta di abbandonare il paese dove si è nati per inseguire i propri sogni all’estero, massimo rispetto per tutto il percorso compiuto dallo scrittore ma anche l’impressione che servisse un pelo sullo stomaco non comune per effettuarlo.

Leggendo le sue parole, soprattutto le riflessioni finali, ho avuto come la sensazione che il peso di ciò che ha dovuto inevitabilmente lasciare indietro non sia stato semplice portarlo sulle spalle.

Però, e non posso che ripetermi, tanto tanto rispetto, quando dal nulla si costruisce cosi tanto, e soprattutto con una vita che sembra divertirsi a disseminare ostacoli sulla tua strada, l’unica parola possibile è chapeau.

P.S.

Da segnalare un’interessante galleria fotografica all’interno de La vita ostile che ripercorre un po’ tutta la vita dell’autore con una foto inserita alla fine di ogni capitolo.
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