Il reietto – Anthony Ryan – Fanucci Editore

Il reietto. Nato nel travagliato regno dell’Albermaine, Alwyn lo Scrivano è cresciuto come un fuorilegge. Sveglio e abile con la spada, Alwyn è soddisfatto della libertà di cui gode nella foresta e del cameratismo con i suoi compagni ladri. Ma un atto di tradimento gli fa intraprendere un nuovo cammino, fatto di sangue e vendetta, che lo condurrà a diventare un soldato nell’esercito del re. Sotto il comando di lady Evadine Courlain, una nobildonna assalita dalle visioni di un’apocalisse demoniaca, Alwyn deve sopravvivere alla guerra e ai mortali intrighi di corte se vuole reclamare la sua vendetta. Ma quando forze oscure, sia umane che arcane, si riuniscono per opporsi all’ascesa di Evadine, Alwyn dovrà fare una scelta: essere un guerriero o rimanere per sempre un fuorilegge?

RECENSIONE

Premesso che l’epic fantasy mi piace da sempre e che è il sottogenere che preferisco, ho voluto leggere questo romanzo di Fanucci proprio per conosceere un autore nuovo. 

La mia analisi parte con il protagonista, Alwyn lo Scrivano, il reietto, un personaggio capace di conquistare sin dalle prime pagine. Non si tratta di un eroe classico, ma di un antieroe oso affermare. Ci si può immedesimare in lui  con facilità  proprio per le sue peculiarità, quando pensi di avere di fronte un fuorilegge astuto e lesto di coltello che pensa solo a se stesso e alla sua sopravvivenza, ecco che accade qualcosa che ribalta completamente il giudizio del lettore, facendoti comprendere che anche lui possiede una sua “etica”. E’ proprio questa sua ambivalenza che me lo ha fatto apprezzare, perchè sappiamo bene che tutti abbiamo lati positivi e negativi e che accettare gli altri nella loro globalità può portarci a scoprire personalità inaspettate.

Un elemento che mi ha colpito de Il retetto è l’ambientazione, Ryan riesce a descrivere gli ambienti in modo dettagliato e lo stesso vale per le descrizioni delle battaglie, dei duelli, degli agguati e di tutti quegli aspetti legati alla vita militare e alla difesa personale. Più volte durante la narrazione mi sono chiesta se non stessi leggendo un romanzo storico piuttosto che un fantasy, perchè degli elementi tipici del genere qui c’è veramente poco a parte l’ambientazione in un Medioevo ipotetico (con questo intendo che non ci sono datazioni storiche e riferimenti a vicende e personaggi realmente esistiti), in quanto la magia che caratterizza il genere è molto poca e bisogna superare la metà del romanzo per trovarla.

Posso affermare senza essere smentita che Il reietto è un romanzo in cui la presenza femminile non è marginale. Qui le donne hanno tutte un loro ruolo e possiedono una forza d’animo e un carattere non indifferente. Le diverse sfumature che le caratterizzano sono uno degli elementi più interessanti del romanzo: da Ayin la ragazza dal coltello facile e al tempo  stesso amante delle creature indifese, a Toria che nonostante i suoi modi da uomo delle taverne possiede un senso della lealtà e dell’amicizia non indifferenti, a Lorine scaltra e letale per finire ad Evadine tormentata dalle visioni religiose, ma dotata di grande coraggio. Ryan ha creato delle figure di donne che rimarranno impresse a lungo nella mente di chi legge a trilogia ultimata.

Sicuramente nei prossimi volumi Evadine assumerà un ruolo più preponderante e spero che la magia non sia legata solo a pochi momenti, ma che abbia un ruolo più importante. Il finale aperto mi ha lasciata con degli interrogativi e spero di poter leggere presto la continuazione per poter scoprire cosa accadrà ad Alwyn con il proseguo delle vicende de Il reietto.

/ 5
Grazie per aver votato!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *