• Titolo: Città in fiamme
  • Autore: Don Winslow
  • CE: Harper&Collins
  • Thriller, noir

Città in fiamme. Due imperi criminali si spartiscono il controllo del New England. Finché una bellissima Elena di Troia dei giorni nostri non si mette in mezzo tra irlandesi e italiani, scatenando una guerra che li spingerà a uccidersi a vicenda, distruggerà un’alleanza e metterà a ferro e fuoco un’intera città.

Se potesse scegliere, Danny Ryan vorrebbe una vita senza crimine e un posto al sole tutto per sé. Ma quando quel sanguinoso conflitto si inasprisce, mettendo i fratelli l’uno contro l’altro, la conta dei morti sale vertiginosamente e lui si ritrova costretto a mettere da parte i suoi desideri e a prendere una decisione che cambierà per sempre la sua esistenza: per salvare gli amici a cui è legato da sempre e la famiglia che ha giurato di proteggere assume il comando, diventa uno stratega spietato, l’eroe di un gioco insidioso in cui chi vince vive e chi perde muore. E forgerà una dinastia che dalle grigie strade di Providence arriverà fino agli studios di Hollywood e agli scintillanti casinò di Las Vegas.

CONSIDERAZIONI

Il ritorno di Don Winslow stavolta, ahimè, è il preludio ad un abbandono definitivo delle scene letterarie da parte dello scrittore newyorkese.
Città in fiamme è il primo episodio di una trilogia dopo la quale Winslow lascerà la letteratura per dedicarsi alla politica.
È una perdita enorme, e tenuto conto di quanto in passato si siano rivelati deludenti certi “salti” di categoria non credo che per la politica si possa parlare di acquisto fondamentale.
Ad ogni modo, ed è ciò che più conta, ci godiamo questo Città in fiamme, un romanzo che prosegue nel solco di un’epicità che ha sempre caratterizzato le opere di Winslow, qui addirittura ci sono dei rimandi piuttosto chiari all’Iliade ma, insomma, stiamo parlando di una tale autorità del genere poliziesco che davvero può permettersi ogni cosa.
Non a caso Stephen King, che peraltro a livello di recensioni non sempre ci prende e va detto, lo ha definito uno dei più grandi narratori americani.
Il suo stile lineare, secco, senza inutili fronzoli, dritto al punto, l’apertura di Città in fiamme rende subito chiaro il topos letterario ovvero quanto posto c’è (ma soprattutto c’è?) in un mondo in rapida decadenza per quei valori che dovrebbero sempre rappresentare un punto di riferimento?
E quanto poco invece può bastare per sovvertirli, a volte un gesto, una parola detta o non detta, possono rappresentare la scintilla in grado di provocare la deflagrazione.
Serve, o meglio servirebbe come spesso avviene in questi casi nei romanzi, un deus ex machina, un eroe positivo che però, proprio storicamente, non è contemplato nei romanzi di Winslow.
Dobbiamo “accontentarci” di Danny, non prende mai decisioni che non siano ponderate, uccide solo se strettamente necessario, è l’unico che sembra comprendere l’importanza di non alterare lo status quo e garantire gli equilibri fra i vari gruppi mafiosi.
Ed è qui che nasce, si mette in moto, quella chimica del tutto winslowiana che porta il lettore ad empatizzare per colui che, in teoria, dovrebbe interpretare il ruolo del cattivo…ma è inutile ricercare una visione dicotomica nelle opere di Winslow, non esistono buoni e cattivi in toto ma semplicemente uomini che commettono azioni giuste o sbagliate in relazione alle circostanze, e Danny si comporta, quasi sempre, nel modo in cui probabilmente ci comporteremmo noi trovandoci al suo posto.
Da leggere senza indugio per gli appassionati del genere e non solo, attendendo fiduciosi i due episodi successivi e con la malcelata speranza che la politica respinga Winslow con perdite riconsegnandolo alla narrativa.
Massy
/ 5
Grazie per aver votato!

2 Comments on Città in fiamme – Don Winslow

  1. Un vero peccato che l’autore abbia lasciato la scrittura senza completare questa storia ma, come si dice, la speranza è l’ultima a morire e chissà che prima o poi non arrivino i seguiti. Nel frattempo la lettura sembra comunque bellissima e forse vale la pena farla lo stesso! ❤️

    • In realtà lo scrittore lascerà questo mestiere dopo aver completato la trilogia, che temo, sarà completata in tempi brevi per permettergli di dedicarsi alla politica. Che peccato! Perderemo un grande scrittore di noir per un, forse, mediocre politico.

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