Cannibali moderni – Antonio Scotto Di Carlo – Youcanprint

Cannibali moderni. “Le trame dei thriller sono più o meno tutte basate sul medesimo canovaccio: una storia, un crimine, un’indagine e una promessa di sorpresa alla fine. Sappi, lettore, che questo romanzo – in cui vengono privilegiati gli aspetti psicologici e legali all’azione – rientra nella norma. Di solito, attraverso prospettive, montaggio e trucchi vari, il narratore si scervella per istradarti, depistarti e confonderti, tutto nell’auspicio di donarti delle emozioni. In quanto narratore di questa storia, io ho pensato di agire diversamente. Vale a dire, di togliermi dai piedi. Ti lascerei dunque coi miei personaggi. Qualora ti interessasse sapere cosa combinano, lo apprenderai da loro stessi. Ma bada: siccome mi assento, non ti fornirò le chiavi delle loro menti. E dato che non ti conoscono, certo non te le forniranno loro. Per cui puoi scordarti di usufruire della canonica licenza concessa al lettore di ficcanasare tra i pensieri e nei cuori dei protagonisti. Conrad diceva che si deve scrivere solo metà del libro e che dell’altra metà si deve occupare il lettore. In questo caso, ho dato ancor più spazio al lettore.” 

 

 

Recensione

Giallo psicologico molto interessante  fin dall’inizio Cannibali moderni che decolla decisamente nella seconda parte più processuale e nel finale dove il lettore può dare in un certo senso la sua interpretazione.
In realtà siamo di fronte ad un romanzo dove la figura del narratore è del tutto inesistente, sono i dialoghi a comporre la storia e di conseguenza chi legge ha il compito, affascinante o ingrato, di stabilire dove alberghi la verità semplicemente ascoltando le parole dei protagonisti.
Miky sogna di fare l’attore ma in attesa di realizzare la sua aspirazione arriva con fatica alla fine del mese lavorando come barista per uno stipendio abbastanza irrisorio.
Una buona fetta della mensilità se ne va per l’affitto tanto che il giovane pur avendo conosciuto una ragazza da cui è fortemente attratto non ha il coraggio di chiederle un appuntamento per timore di non potersi neppure permettere una relazione con lei.
Il lavoro di barista gli consente di conoscere l’anziano vedovo Cristoforo, tra i due nasce un forte sentimento di amicizia e Don Cristó (cosi si fa chiamare l’uomo) intravede nel giovane delle qualità umane notevoli decidendo di accoglierlo sotto la sua ala protettiva offrendogli un impiego ben remunerato.
Purtroppo, è cosa nota, quando nei rapporti di amicizia s’inserisce una componente economica le carte in tavola vengono sparigliate, tutto può accadere…e tutto accadrà ovviamente, ma a livello di trama, trattandosi di giallo, è d’obbligo fermarsi qui.
In verità ciò che accomuna un po’ tutti i protagonisti di Cannibali moderni è il denaro, è come se nello scrittore prevalesse in ogni situazione descritta l’amara constatazione che è il denaro la sola leva a muovere il mondo e non c’è niente che si possa fare per ribaltare questa realtà.
Peraltro si tratta, dobbiamo ammetterlo, di un concetto difficilmente non condivisibile, dagli avvocati agli aspiranti attori, dai liberi professionisti alle donne felicemente coniugate e ben posizionate, ognuno dei personaggi del libro sembra sempre li pronto nell’ attesa di cogliere l’occasione giusta per “svoltare” la propria esistenza rimpinguando il conto in banca.
In tal senso Cannibali moderni non potrebbe essere più propedeutico, del resto lo stesso Commissario Ricciardi di De Giovanni sosteneva che si uccide per due sole ragioni ovvero amore e interesse…ma Ricciardi è un personaggio che vive negli anni trenta, oggi probabilmente per amore non si uccide nemmeno più (a meno di non voler considerare gli amori malati) e va da sé che resta solo l’interesse.
Lettura nel complesso assolutamente consigliata, bella la storia, bello lo sviluppo, ottima la fase processuale, interessante la scelta di lasciare al lettore ogni interpretazione.
Se proprio dovessi trovare una lieve pecca, ma si tratta evidentemente di parere legato al gusto personale, l’ho ravvisata nelle brevi riflessioni poste a volte fra un capitolo e l’altro, secondo me nuocciono un po’ al ritmo del romanzo sebbene senza inficiare minimamente il piacere della lettura.
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